Viaggio tra i mestieri dell’emigrazione: il MiM apre la nuova sala virtuale

Viaggio tra i mestieri dell’emigrazione: il MiM apre la nuova sala virtuale

Il MiM Belluno (Museo interattivo delle migrazioni) si espande. E inaugura una nuova sala virtuale in cui è possibile accedere a otto mostre sull’emigrazione bellunese disponibili online. 

Il filo conduttore è quello dei mestieri che hanno caratterizzato la mobilità dalla provincia di Belluno, all’estero e in altre parti d’Italia. In ogni esposizione vengono infatti raccontati per immagini quei lavori che, legati alle specifiche caratteristiche e tradizioni dei luoghi di origine e modellati sul sapere tramandato di generazione in generazione, sono stati esportati al di fuori del territorio di partenza, oltre i confini delle vallate dolomitiche.

Sotto i riflettori seggiolai, balie, cromère, ciòde, zattieri, scalpellini, gelatieri e minatori. A ciascuna di queste figure è dedicato un approfondimento realizzato tramite dei video a 360 gradi, con immagini caratteristiche accompagnate dalla spiegazione di una guida.

La fruizione può avvenire attraverso codici che gli utenti ricevono via email e che permettono di visitare virtualmente sul canale YouTube “Bellunesi nel Mondo” le otto mostre mediante uno smartphone, un tablet o un computer (al costo di 5 euro). Chi ne fa richiesta, inoltre, riceve via posta, assieme ai codici di accesso, anche un cardboard personalizzato da utilizzare con uno smartphone per immergersi nella sala virtuale (al costo di 10 euro).

«Questa iniziativa è pensata per accrescere le potenzialità di accoglienza del nostro Museo in un periodo in cui le visite ai luoghi della cultura e gli stessi spostamenti sono limitati», spiega il presidente dell’associazione Bellunesi nel Mondo, Oscar De Bona. «In ogni caso, l’idea è quella di raggiungere anche chi è distante e non può fisicamente venirci a trovare, offrendo un’opportunità di fruizione importante indipendentemente dall’attuale contesto segnato dalla pandemia. L’obiettivo del MiM è diffondere e valorizzare il nostro passato di emigranti e sappiamo bene che per perseguirlo è necessario adottare nuove forme e mezzi di comunicazione in grado di attrarre un pubblico il più possibile ampio, con un occhio di riguardo alle giovani generazioni».

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