Non è una copia. Semmai una citazione. E la firma è pur sempre di un Vecellio. Tiziano dipinse l’Assunta, capolavoro riconosciuto a livello internazionale, oggi conservata ai Frari di Venezia. Ma anche a Belluno c’è un’Assunta vecelliana. O meglio, a Castion, nella chiesa dedicata proprio a Santa Maria Assunta.
È la pala dell’altare maggiore. Pregevolissima opera di Cesare Vecellio, cugino del Tiziano. Oggi i colori sono anneriti dal fumo delle candele e da una patina di secoli. Eppure, la mano della scuola tizianesca, con il rosso tipico, si intravvede ancora.
L’impostazione delle due tele è praticamente identica: divisione netta tra cielo e terra, con la Vergine in ascesa tra gli angeli e le braccia tese degli uomini che guardano verso l’alto. È così ai Frari, nell’opera del 1516-18, è così anche a Castion, nella pala dipinta 70 anni dopo. E in basso a destra c’è in entrambe le opere un uomo di spalle, con tunica rossa (nel caso della tela castionese potrebbe essere uno dei committenti). Poi va detto: la dinamicità della figura protagonista e la naturalezza dei gesti delle “comparse”, la brillantezza dei colori e lo sguardo gravido di passione della Vergine giocano tutti a favore dell’opera dei Frari. Ma è normale che sia così: l’Assunta di Tiziano resta un capolavoro assoluto dell’arte rinascimentale. La tela del cugino Cesare però non è priva d’arte.
E non è l’unica firma Vecellio presente a Castion. Meritano anche due tele quasi nascoste, in dialogo l’una con l’altra. Sono collocate nelle pareti alte degli altari laterali. A destra un angelo annunciante, che sembra completamente isolato. Ma basta allargare lo sguardo a sinistra per vedere la Vergine annunciata. Entrambe opere di Cesare, di cui quest’anno ricorrono i 500 anni dalla nascita.