Un po’ strega, un po’ Raperonzolo: la storia di Elena Cumana da Feltre

Un po’ strega, un po’ Raperonzolo: la storia di Elena Cumana da Feltre

 

Un’altra leggenda ci porta a conoscere Elena Cumana, nata in una delle più illustri famiglie della Feltre del Cinquecento.
 La leggenda comincia quando la ragazza ha solamente sedici anni. Segni particolari? Bellissima e aristocratica nei suoi modi.
Da lì a poco avrebbe fatto perdere la testa a molti rampolli.
Ma uno solo riuscì nell’impresa di rubarle il cuore: Giovanni Battista Facien. Bella presenza e sguardo magnetico. Talmente magnetico, che nessuna ragazza poteva resistergli, almeno fino ad allora.
Si incontrarono per la prima volta a una festa di Carnevale dell’alta borghesia.
Giovanni si innamorò all’istante della ragazza, solo che non fu ricambiato come sperava.
A Elena piaceva farsi corteggiare e non cedette subito alle lusinghe del “povero” Giovanni.
L’innamorato non si diede per vinto. Era un narciso e non accettava di essere rifiutato: non da Elena.
Voleva assolutamente entrare nelle grazie della famiglia Cumana.
E così fece. Diventando amico di famiglia, la frequentazione divenne più assidua, tant’è vero che la fanciulla abbassò le difese.
Finalmente fece breccia nel suo cuore e la proposta di matrimonio venne accettata.
Si incontravano di nascosto nella stanza di lei, nella torretta di casa: dolci notti d’amore si susseguirono, all’oscuro della famiglia Cumana.
Sembra la storia di Raperonzolo…
Ma la leggenda prende un’altra direzione.
Elena rimase incinta e Giovanni, del bimbo, non voleva proprio saperne.
La famiglia Cumana lo costrinse a prendersi le sue responsabilità, strappandogli di bocca una promessa di matrimonio vera. E la notte stessa lui se ne andò a gambe levate.
Poiché nemmeno le preghiere servirono a farlo tornare, Elena lasciò la sua condotta cristiana per abbandonarsi al profano. L’inesperta ragazza, piangendo, raccontò tutto alla sua balia. La quale le indicò la via della magia, per niente accettata all’epoca.
L’ingenua Elena si rivolse a un artigiano per realizzare una statuetta, una specie di talismano per i suoi riti propiziatori. Ignaro di ciò che volesse  farne, gliela diede.
La statuetta, dopo un rito magico, venne deposta dietro l’altare del Duomo di Feltre. Giovanni Battista non fece ritorno, ma nel frattempo nacque una bellissima bambina: Vittoria.
Elena tornava di tanto in tanto in Duomo per fare dei riti propiziatori: ma del suo amato nemmeno l’ombra.
Un giorno, invece, dietro di lei si materializzò l’ombra del vescovo. Il maleficio contro l’uomo che l’aveva abbandonata, le si rivoltò contro. E dovette presentarsi davanti al tribunale dell’Inquisizione di Venezia.
Fu spiegata in quelle sedi la malafede di Giovanni Battista e stavolta il Podestà di Feltre intimò al ragazzo di riconoscere la piccola Vittoria.
Quindi la leggenda narra di una strega… che poi strega non è.


Alla prossima!

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