Un’ombra e una striscia di coca: chiuso bar per spaccio

Un’ombra e una striscia di coca: chiuso bar per spaccio


Un’ombra di rosso e una striscia di coca. Anzi, molte strisce al Bar Sport di Sois. La questura di Belluno ha ricostruito un vero e proprio traffico di droga, con diversi canali di rifornimento e una fitta clientela. Tanto che il locale era un punto di riferimento provinciale per l’acquisto al dettaglio di cocaina. Era, ovviamente.

Il gestore, Roberto Dal Borgo, è stato arrestato ieri mattina (giovedì 8 aprile) e si trova a Baldenich al momento. Il Gip del tribunale di Belluno ha emesso a suo carico un’ordinanza cautelare di custodia in carcere per i reati di spaccio, violazione di domicilio, lesioni personali aggravate e calunnia.

Lo spaccio di cocaina andava avanti da diversi anni. Secondo la ricostruzione della squadra mobile della questura, con il coordinamento della procura, Dal Borgo aveva creato un’attività professionale e ben organizzata. Difatti, nonostante fossero stati intercettati e arrestati tre diversi corrieri della droga nel giro degli ultimi mesi, il bar Sport continuava a fornire sottobanco la costosa polvere bianca.Le indagini sono iniziate l’estate scorsa, acquisendo informazioni su quali potessero essere i canali di rifornimento di Dal Borgo dato che il numero di clienti che riusciva a soddisfare giornalmente facevano presumere notevoli quantitativi smerciati. Ed ecco che i corrieri della droga hanno cominciato a prendere forma, nome e cognome.

Il primo a finire sotto la lente degli inquirenti è stato Juan Manule Jimenez, 36 anni di origini sudamericane, proveniente da Montevarchi (Arezzo). Il sospetto principale? L’uomo, pur senza legami particolari in provincia di Belluno, era stato segnalato più volte in zona Sois: arrivava dalla Toscana, si fermava per poco tempo, e poi ripartiva. L’attento monitoraggio ha permesso di chiudere il cerchio. E il 28 settembre Jimenez è stato arrestato con al seguito 289 grammi di cocaina, nascosta all’interno di un seggiolino da auto per bambini, con ogni probabilità destinata al bar di Sois.

Accertato questo primo canale di rifornimento, gli sforzi degli uomini della Sezione antidroga della Mobile si sono concentrati su Gentian Celislami, albanese residente a Belluno di 43 anni, altro soggetto che le investigazioni avevano delineato come approvvigionatore e custode dello stupefacente per conto di Dal Borgo. Anche in questo caso, le ipotesi investigative si sono rivelate corrette: dopo un controllo stradale e una perquisizione a casa, Celislami è stato arrestato il 3 febbraio scorso, trovato con 660 grammi di cocaina, tra dosi già confezionate per la vendita al dettaglio e un mattoncino ancora da frazionare.

Da ultimo, scoperto un nuovo canale proveniente sempre da Belluno, la squadra mobile ha effettuato un ultimo arresto sul terzo fornitore, trovato poco lontano dal bar Sport il 25 febbraio scorso, con 108 grammi di stupefacente. Questi importantissimi riscontri, insieme ad altre risultanze investigative, hanno permesso agli inquirenti di ricostruire il flusso di cocaina in entrata e uscita dal locale di Dal Borgo e il conseguente volume d’affari, corrispondente a 200-300mila euro annui.

Ma non è finita qui. Perché nonostante il taglio dei tre canali di rifornimento, Dal Borgo si era nuovamente provvisto abbondantemente di cocaina. Motivo per cui gli agenti della Mobile, con un diversivo, sono riusciti a penetrare nel locale nella mattinata di giovedì 8 aprile, prima che l’indagato si sbarazzasse del narcotico.
Dal Borgo si era chiuso a chiave dall’interno del locale, dentro l’ufficio del bar. I poliziotti hanno dovuto abbattere la porta per scovare l’uomo. E lo hanno sorpreso mentre cercava di incendiare pezzi di stupefacente rivelatisi poi complessivamente 592 grammi di cocaina e 297 grammi di hashish. Per questo ulteriore ingente sequestro, Dal Borgo ieri è stato anche arrestato in flagranza di reato per detenzione a fini di spaccio.

Ai capi di imputazione si aggiunge anche un episodio di calunnia, che Dal Borgo aveva architettato contro un testimone, nel sospetto che potessero esserci indagini a suo carico: il 23 dicembre scorso infatti il gestore del bar Sport aveva chiamato il 113 dicendo che un soggetto aveva posizionato cinque dosi di cocaina da 1 grammo all’interno del suo bar con il fine di metterlo nei guai con la polizia. La droga è stata effettivamente rinvenuta e sequestrata dalla volante intervenuta, ma le indagini hanno saputo chiarire come il teste fosse estraneo a tale episodio, orchestrato appositamente da Dal Borgo con palesi fini di inquinamento probatorio.

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