Turismo invernale ko per la pandemia, arrivano i ristori: 35 milioni di euro

Turismo invernale ko per la pandemia, arrivano i ristori: 35 milioni di euro

Quasi 35 milioni di euro, il 90% dei quali per il Bellunese. Dopo i ristori per gli impianti di risalita arrivano quelli per tutta la filiera. Ovvero le imprese turistiche della montagna, colpite duramente nell’inverno 2020 – 2021 dalla chiusura delle piste. La giunta regionale ha approvato ieri mattina la delibera che fissa i criteri di ripartizione, presentati dall’assessore regionale Federico Caner in un punto stampa organizzato nella sede bellunese della Camera di commercio Treviso – Belluno, alla presenza dei presidenti delle associazioni di categoria coinvolte.

«Questi ristori, per i quali Unioncamere sta approntando i relativi bandi (saranno pronti entro una decina di giorni) – spiega Caner – porteranno un aiuto concreto alle attività che con lo sci vivono e sono parte integrante del turismo invernale». Dopo un lungo confronto con le associazioni di categoria, la Regione ha deciso di destinare il 75% del budget (proveniente dai fondi statali stanziati ad hoc) alle imprese del settore turistico – ricettivo. Si parla di oltre 26milioni di euro, che verrà ripartito secondo dei criteri precisi e che nel 90% dei casi arriverà ad operatori turistici della provincia di Belluno, in quanto qui sono concentrati la maggior parte dei Comuni sui quali insistono impianti di risalita: la condizione necessaria per poter accedere ai ristori.

Per il Bellunese potranno concorrere quindi le imprese turistiche site nei comuni di Alleghe, Auronzo, Belluno, Colle Santa Lucia, Comelico Superiore, Cortina d’Ampezzo, Falcade, Feltre, Fonzaso, Gosaldo, Livinallongo, Pedavena, Rocca Pietore, San Vito di Cadore, Selva, Vigo, Zoldo. A loro andrà il 100% dell’importo finale. Ci sono poi i Comuni “contigui”, ovvero non direttamente ospitanti impianti di risalita ma funzionali in un’ottica di comprensorio sciistico. Per il Bellunese si tratta di Agordo, Borca, Calalzo, Canale d’Agordo, Ponte nelle Alpi, San Nicolò di Comelico, San Tomaso Agordino, Santo Stefano di Cadore, Taibon, Vodo di Cadore, Voltago. Alle imprese di quei territori andrà il 75% dell’importo. In totale, per quanto riguarda le sole imprese iscritte a Confcommercio, parliamo nel Veneto di circa 720 imprese, 670 delle quali in provincia di Belluno.

«La condizione base per ottenere il ristoro è aver subito un calo del fatturato pari almeno al 30% rispetto alla stagione sciistica 2018-2019 – spiega l’assessore regionale – I ristori verranno definiti in proporzione ai posti-letto, distinguendo tra strutture alberghiere e tenendo conto anche della loro dimensione, campeggi e strutture complementari. La percentuale del ristoro, infine, potrà essere incrementata in proporzione all’effettiva perdita di fatturato». Alcuni esempi: un albergo partirà da una base di 1000 euro a posto letto, un alloggio turistico da 400, un rifugio alpino 800. Per il settore extraricettivo, invece, i rimborsi saranno forfettari. Si va dai 20mila euro previsti per agenzie di viaggio e tour operatori, ai 12mila per la ristorazione, agli 8.000 per le aziende agricole, fino ai 6.000 per teatri, cinema, ma anche bar. Infine, 5.000 euro andranno ai servizi. Con un occhio attento alla sburocratizzazione. Le procedure infatti, promette Caner, saranno le più agili possibile. Anche con l’aiuto dei sistemi informatici predisposti dalla Camera di commercio.

Soddisfatte, naturalmente, le categorie economiche. «La Regione ha ascoltato tutte le nostre richieste – commenta Walter De Cassan, presidente provinciale di Federalberghi – e i ristori sono stati così previsti in un’ottica di equità: chi più ha perso, più riceverà». «La nostra provincia è una miniera – gli fa eco Paolo Doglioni di Confcommercio – ma per estrarre i metalli preziosi serve scavare con fatica. In questo senso la burocrazia è la nostra peggior nemica. Ora però abbiamo una grande opportunità, cerchiamo tutti di andare d’accordo». C’è poi, in itinere, la partita dei prossimi fondi Por-Fesr. Novanta i milioni destinati al turismo: «Insieme alle categorie – conclude Caner – decideremo in quali canali instradarli».

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