Sciame sismico: il Feltrino shakerato e agitato in un colpo solo. Anzi, in tredici colpi. Tante sono le scosse di terremoto registrate nella giornata di ieri (venerdì 6 marzo). Tante per davvero. Perché a memoria i feltrini non ricordano una tale frequenza nei movimenti tellurici. E qualche preoccupazione c’è: normalissima.
Tredici scosse. I sismografi dell’ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) si sono mossi dal pomeriggio a notte inoltrata. Tutte scosse piccole, ma ben percepite. Anche perché quasi tutte sono state precedute di qualche frazione di secondo da un forte boato, che ha scosso le case di tutta la zona del Basso Bellunese. Epicentri sempre tra Pedavena e Sovramonte.
La prima scossa è arrivata alle 14.18 (epicentro a Pedavena, a 3 chilometri di profondità), con magnitudo leggera, 1.7. Poi un altro sobbalzo alle 19.13 (stavolta epicentro a Sovramonte), per un movimento registrato a 1.3. Da quel momento è partito un vero e proprio effetto domino. Con la scossa più forte alle 20.21, di magnitudo 2.8.
Tra le 20.26 e le 21.42, altri sei terremoti leggeri, con intensità che sono oscillate tra 1.0 e 1.7 sulla scala Richter. Poi altre due scosse ravvicinate, alle 22.17 e alle 22.19, di 1.9 la prima e 2.1 la seconda. Alle 22.26 un altro piccolo movimento e l’ultimo alle 23.12.
NEI GIORNI SCORSI
I terremoti di ieri si sommano alle quattro scosse registrate giovedì 5 marzo, la più forte delle quali a 2.8 di magnitudo (epicentro a Sovramonte). E anche alla scossa da 1.7 rilevata dai sismografi martedì 3 (con epicentro a Pedavena).
Normale che tra i feltrini ci sia un po’ di preoccupazione. Al momento non si registrano danni a cose o persone: l’attività tellurica appare nella norma. Dopotutto, il Bellunese è zona sismica.
