Le cifre parlano da sole. Nell’inverno “non-inverno” del turismo made in Belluno le perdite si assestano oltre il 75%, con punte decisamente alte nei comprensori sciistici. Il calo di fatturato medio è di circa 200mila euro ad azienda. Basta per piangere?
È il quadro fornito dall’Ufficio studi di Confcommercio Belluno. «Purtroppo i dati contabili aggiornati al 31 marzo confermano il tracollo del comparto turistico ricettivo e in modo particolare di quello legato alla stagione invernale» commenta il presidente di Federalberghi Belluno, Walter De Cassan. «Dati drammatici che confermano le sensazioni ma che “certificano” in modo definitivo come la ricettività turistica sia uno dei settori maggiormente colpiti dagli effetti della pandemia e delle restrizioni agli spostamenti e allo svolgimento delle attività».
Gli indicatori del turismo sono tutti con il segno meno davanti. Un disastro, a cui sta seguendo una crisi di liquidità senza pari. «Stimiamo che il solo comparto alberghiero montano bellunese nell’ultimo quadrimestre abbia perso circa 40 milioni di euro di fatturato – continua De Cassan -. A ciò vanno sommate le pesantissime perdite di fatturato patite da campeggi, rifugi alpini, attività extra-alberghiere, commercio e pubblici esercizi».
Dati alla mano, Federalberghi Belluno chiede una mano. E sollecita tutte le forze politiche, i parlamentari bellunesi e la Regione Veneto, a considerare l’andamento della stagione invernale per la determinazione dei sostegni economici. L’associazione poi tiene alta l’attenzione su altri temi fondamentali riferiti all’impatto delle imposte e dei costi aziendali. E rimarca l’importanza di confermare l’esenzione Imu, di trasformare l’attuale sconto del 30% in un totale annullamento del canone speciale Rai e prevedere politiche di sgravio significativo sulla tassa rifiuti.