Tra il fioretto e la chimica: Tommaso Lorenzon insegue il sogno olimpico

Tra il fioretto e la chimica: Tommaso Lorenzon insegue il sogno olimpico

Il duro lavoro paga. Nel caso di Tommaso Lorenzon, un lavoro durissimo. Pedana e libri. Quattro ore al giorno di allenamenti («anche cinque, a volte»). E poi lo studio. «Università e scherma però possono conciliarsi perfettamente». E se lo dice lui, atleta nel giro della Nazionale e quarto in Italia tra i fiorettisti Under 20…

Tommaso Lorenzon, bellunese doc, ha già messo nel mirino le Olimpiadi. Un sogno, al momento. Ma non impossibile. D’altronde, cosa c’è di impossibile per un ragazzo di 19 anni che ha conquistato la maturità al liceo classico senza mai abbandonare la pedana e gli allenamenti? Anzi, a dirla tutta è uscito con il 99 dal liceo Tiziano e ha continuato a fare gare anche nei mesi di scuola. Tanto da vincere il premio del Coni riservato agli atleti-studenti. Qualche settimana fa, allo stadio Olimpico di Roma, Tommaso ha ricevuto il riconoscimento del progetto “Incentivazione allo studio 2020”, per aver saputo coniugare vittorie a scuola e risultati sportivi. E adesso sta studiando chimica a Padova.

«Devo conciliare l’università con Montebelluna (Tommaso Lorenzon infatti fa parte del locale circolo scherma da qualche anno, ndr) e Mogliano, per seguire il mio preparatore atletico – spiega il giovane schermidore -. Da quest’anno faccio allenamenti tutti i giorni, mentre prima era solo dal lunedì al venerdì. Un giorno fisso mi alleno a Mogliano, dove c’è anche la figlia del ct Cipressa. La mattina seguo i corsi all’università e il resto della giornata è dedicato all’attività sportiva».

Vita dura…

«È difficile. Bisogna lavorare parecchio. Ma a me piace lavorare. Scuola e sport non sono due attività inconciliabili. Basta una buona dose di sacrificio. E anche un po’ di forza di volontà».

Come si struttura l’allenamento?

«C’è una fase di riscaldamento, seguita da un paio d’ore di preparazione atletica. Poi vengono provati alcuni assalti. Già così siamo sulle quattro ore, ma in vista della preparazione per gli Europei – e spero anche per i Mondiali – si può andare anche oltre, per affinare alcuni particolari». 

Tu sei nel giro della Nazionale…

«Sono nel giro di quelli che potrebbero essere convocati. Da tre anni partecipo al ritiro degli Azzurrini (gli Under 20, ndr) e quest’anno, in modo inatteso, sono stato convocato anche nella nazionale U23, vale a dire la categoria successiva. Al momento sono il quarto in Italia».

Come mai proprio la scherma?

«La prima volta che sono salito in pedana avevo 8 anni. Tutto è cominciato per gioco, durante un centro estivo. Che dire? Mi sono innamorato di questo sport. Non ho mai preso in mano il fioretto di plastica, ma subito quello di ferro, da quanto ero appassionato. E dopo un mese ho fatto la prima gara. Era difficile staccarmi dalla pedana».

Hai cominciato a Belluno, poi hai spiccato il volo altrove. Il risultato di cui vai più fiero?

«Direi il secondo posto in Coppa Italia nel 2017 e di riflesso il terzo posto al Campionato italiano cadetti nel 2018».

Il sogno?

«Le Olimpiadi. Devo continuare a lavorare duro…».

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