Una tesi di laurea magistrale in Storia culturale e dei sistemi del pensiero presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica all’Università di Bologna, dedicata al racconto del Vajont. Sulle orme e in ricordo del nonno Ferruccio, storico e studioso delle comunità bellunesi e del Vajont, Isabella Vendramini ha presentato una ricerca e uno studio incentrati su come raccontare e interpretare il Vajont, sotto il profilo letterario e bibliografico.
La memoria pubblica è un “patto” in cui ci si accorda su cosa trattenere degli eventi del nostro passato. Ma la memoria, se non coltivata, rischia di svanire. Non si tratta solo di conservare il ricordo del Vajont, bensì di mantenerlo vivo, interrogandolo costantemente. La memoria di un evento così tragico e complesso come il Vajont, non può essere unica ed univoca, ma è fatta di voci, testimonianze, prospettive che si intrecciano nel tempo.
La vicenda del Vajont, riconosciuta nel 2023 dall’Unesco come caso emblematico nella storia delle catastrofi, offre uno spunto per riflettere sulla vulnerabilità sociale e sulla tendenza delle comunità a sottovalutare i segnali di pericolo. La rimozione della memoria non è solo un problema storico: ha ripercussioni dirette sulla capacità di attenzionare, riconoscere, valutare, affrontare e risolvere le criticità. Isabella Vendramini si è proposta come obiettivo l’analisi della costruzione e della trasmissione della storia del Vajont, esaminando le modalità con cui questa tragica vicenda è stata raccontata nel tempo nell’ambito bibliografico, letterario, artistico e didattico, dando voce ai sopravvissuti e testimoni. Si sono presi in esame romanzi, testi, documenti. L’ultimo capitolo della ricerca è incentrato sulla didattica e sulle modalità di trasmissione della memoria del Vajont alle nuove generazioni. L’inserimento del Vajont nei programmi scolastici richiede un’attenta scelta metodologica. La tesi presentata con relatore il prof. Fabio Martinelli ed il correlatore prof.Mirco Dondi, è stata discussa venerdì 28 marzo a Bologna con valutazione 110/110.
Isabella Vendramini ha dedicato la tesi al nonno Ferruccio e ringraziato per l’ausilio i prof Maurizio Rebershak ed Enrico Bacchetti. Copia della ricerca è stata donata alla comunità di Longarone nelle mani del sindaco Roberto Padrin.