Tbe da zecca, 4 casi nel 2023: «Vaccinarsi è importante»

Tbe da zecca, 4 casi nel 2023: «Vaccinarsi è importante»

Quattro casi di Tbe, l’encefalite da morso di zecca, sono stati registrati in provincia di Belluno dall’inizio del 2023. Per fortuna nessuno di questi ha avuto un decorso grave, e solo in un’occasione è stato necessario il ricovero. Sono 48, invece, quelli registrati dal 2018 al 2022.  I dati sono stati presentati ieri mattina dall’Ulss 1 Dolomiti, che ha fatto il punto sulla situazione e sulle malattie che possono essere trasmesse dalle zecche. 

Con l’arrivo della bella stagione, infatti, e con le frequenti piogge di questo periodo è lecito attendersi un proliferare dei piccoli parassiti. Che si annidano principalmente nei boschi e tra l’erba alta. «Dobbiamo quindi fare attenzione quando andiamo a fare le nostre passeggiate – ammonisce Giuseppe Dal Ben, commissario dell’Ulss 1 Dolomiti, che per l’occasione si è vaccinato “in diretta” contro la Tbe.

La Tbe è causata da un virus trasmesso dalla zecca. I sintomi appaiono da 4 a 28 giorni dopo il contagio e la malattia si manifesta in due fasi. La prima, detta viremica, compare con febbre, affaticamento, malessere, cefalea e artralgia, mentre la seconda evidenzia problemi neurologici come meningite lieve o encefalite grave, mielite o paralisi flaccida acuta cioè la persona non riesce a stare in piedi. Per questa patologia importante è la prevenzione che avviene tramite la vaccinazione.

Il vaccino dal 2019 è gratuito per tutti i cittadini bellunesi, grazie ad un’apposita delibera della giunta regionale. Una profilassi che ha avuto finora ottimi risultati. Dal 2016 al 2022 sono state oltre 85mila le dosi di vaccino somministrate, a circa 28000 persone. A Belluno si fanno circa i 2/3 di tutte le vaccinazioni contro la Tbe effettuate in Veneto. Con un boom registrato proprio a partire dal 2019, quando le dosi inoculate sono più che raddoppiate. Da registrare i numeri del 2020, in pieno lockdown pandemico, quando sono state somministrate quasi 25mila dosi. Un exploit favorito anche dall’attivazione dei centri vaccinali drive – in, che hanno permesso di proseguire con la profilassi, come ricorda il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Ulss 1, Sandro Cinquetti:

Il ciclo vaccinale prevede tre dosi: una a tempo zero, la seconda dopo 1-3 mesi e la terza entro 6-12 mesi. I richiami vengono eseguiti poi in base anche all’età del paziente. 

Le zecche, ricorda il direttore delle Malattie infettive del San Martino di Belluno, Renzo Scaggiante, non volano e non saltano. Quindi è necessario venire in contatto diretto con questi parassiti per essere morsi». Da evitare le camminate nell’erba alta, e necessario un approfondito controllo quando si rientra da un’escursione in montagna o sui prati. 

Oltre alla Tbe, con un morso di zecca si rischia di contrarre anche la malattia di Lyme (o borreliosi), del quale sono portatrici circa il 10% delle zecche adulte. Una malattia in tre fasi. La prima fase, o precoce localizzata, presenta un eritema migrante nella zona della puntura;  la seconda fase, precoce disseminata, evidenzia i primi sintomi con brividi, cefalea, rigidità nucale, dolori muscolo-articolari. Ed infine c’è la fase tardiva che arriva se la malattia non è diagnosticata e curata: si manifesta con artrite, alterazioni cerebrali e nervose. La borreliosi si cura con terapia farmacologica e può essere ripresa diverse volte. 

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto