Chi va a Roma… a volte fa bene. Tornano dalla capitale con qualche spiraglio in più, i lavoratori di Acc. Si erano autoconvocati al Mise, per avere risposte sul futuro della fabbrica e soprattutto del progetto ItalComp. E una prima timida risposta c’è: l’idea del grande polo italiano del compressore non è tramontata. E venerdì prossimo (23 aprile) sindacati e ministero dello sviluppo economico si troveranno di nuovo, per mettere nero su bianco un accordo e (ri)cominciare a ragionare di ItalComp.
I lavoratori non mollano, i sindacati metalmeccanici neppure. Erano partiti a notte fonda da Borgo Valbelluna per arrivare nella capitale e manifestare tutta la loro rabbia davanti al Mise. A sorpresa, forse, una delegazione è stata ricevuta dalla vice ministra Alessandra Todde, che ha assicurato la disponibilità del governo a riprendere in mano il progetto ItalComp. Difficile a questo punto capire la posizione del ministro Giorgetti, che non più tardi di una settimana fa sembrava aver abbandonato l’idea. Quel che conta per gli operai bellunesi (e per i loro colleghi dell’ex Embraco di Torino, l’altra gamba della futura ItalComp) è che qualcuno ci creda davvero, oltre a loro. E venerdì marcheranno stretto per passare dalle (belle) parole ai fatti.
Intanto, la vice ministra Todde ha anche assicurato la liquidità necessaria per la transizione da Acc a ItalComp. Dovrebbe arrivare da un emendamento, entro il 20 maggio; e consentirà allo stabilimento zumellese di continuare a lavorare. Che poi è solo questa la richiesta: continuare a lavorare.