«Il riconoscimento Unesco per le Dolomiti non è il punto di arrivo. Non deve essere dato per scontato – come giustamente è emerso nelle ultime settimane – ma deve essere un pungolo permanente a farci lavorare tutti insieme per tutelare, conservare, tramandare e promuovere i valori delle Dolomiti». Lo dice il vice presidente della Fondazione Dolomiti Unesco (e presidente della Provincia di Belluno) Roberto Padrin, esprimendo vivo apprezzamento per la lettera di qualche giorno fa delle sezioni bellunesi del Cai, con cui viene ribadita l’importanza del riconoscimento Unesco e del lavoro della Fondazione.
«Riconoscimento che quindi, ce lo conferma nelle parole ma anche nel tono e nella forma il Cai bellunese, non è in discussione, come è normale che sia. Anche perché la tutela del riconoscimento su cui qualcuno ha insinuato dubbi, non può che venire da un ente strutturato per questo quale è la Fondazione. Il Coordinamento Sezioni Dolomiti Bellunesi del Cai ci ha comunicato la disponibilità a partecipare a iniziative e tavoli di lavoro finalizzati a soluzioni per migliorare la frequentazione e la promozione della montagna. La conoscenza, la frequentazione, l’abitudine alla montagna che il Cai ha nel suo dna sono elementi su cui già facevamo ampio affidamento. Questa ulteriore dimostrazione di collaborazione, in pieno spirito di servizio, è elemento su cui continuare a lavorare insieme a favore delle Dolomiti e delle comunità locali che le abitano. In montagna la cordata è sempre la modalità migliore per dividere i pesi e raggiungere più facilmente la cima. E la cordata con il Cai è, è stata e rimarrà sempre molto forte».