Sostegno alle minoranze linguistiche: la Commissione europea frena

Sostegno alle minoranze linguistiche: la Commissione europea frena

La Commissione europea rifiuta di introdurre nuove normative a sostegno delle minoranze linguistiche, come richiesto con la sottoscrizione del Minority SafePack.

E 60 eurodeputati, attraverso una lettera, esprimono la loro contrarietà. Fra questi anche Herbert Dorfmann: «È mancata la capacità di ascoltare i cittadini – sottolineano i deputati nella lettera -. Una mancanza grave, visto che nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea c’è il rispetto e la difesa dei diritti delle minoranze».

La raccolta firme a sostegno del Minority SafePack è partita nell’aprile 2018; in poco più di un mese, sono state raccolte 1,3 milioni di firme, ben oltre il milione richiesto. Le sottoscrizioni dovevano arrivare da almeno sette Paesi membri, e ne sono stati coinvolti undici (Romania, Ungheria, Spagna, Slovacchia, Danimarca, Bulgaria, Slovacchia, Lituania, Croazia, Lettonia e Italia).

«Va sottolineato come, tra le decine di minoranze sul territorio, figuri pure quella di lingua ladina, che nella provincia di Belluno viene ufficialmente riconosciuta in ben 37 comuni – argomenta Dorfmann -. Non è quindi un caso che l’Italia risulti il terzo Paese membro, dopo Ungheria e Romania, per numero di firme».  

Per Dorfmann e colleghi, si tratta pure di un caso politico: «Si sono deluse non solo le aspettative di milioni di cittadini che hanno sottoscritto la proposta, ma anche di larga parte del Parlamento europeo che pochi mesi fa ha votato il pacchetto in aula esprimendo forte sostegno all’iniziativa e chiedendo alla Commissione di agire. La decisione della Commissione è dannosa per la vita democratica della nostra Unione, dannosa per la fiducia delle comunità minoritarie nazionali e linguistiche nelle nostre istituzioni e, non da ultimo, la credibilità interna e internazionale dell’Unione Europea nel difendere i nostri valori». 

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