Soccorso alpino, il bilancio: pandemia non ferma gli “improvvisati”

Soccorso alpino, il bilancio: pandemia non ferma gli “improvvisati”

Sono state 1.086 le persone recuperate nel 2020 dal Soccorso alpino del Veneto, per un totale di 1.054 interventi, +16% rispetto agli eventi del 2019.

Il bilancio è stato fatto oggi dal presidente regionale del Cnsas, Rodolfo Selenati. Gli interventi a carattere sanitario sono stati 888, mentre gli interventi a carattere di Protezione Civile sono stati 155, essenzialmente per la pandemia da Sars-CoV2 e dalle emergenze meteo che si sono susseguite nel territorio regionale. L’aumento è in parte dovuto alla crescita dei frequentatori della montagna, in parte alla superficialità di coloro che l’affrontano senza preparazione fisica, tecnica o con attrezzatura non adeguata.

Nel 2020 si sono registrate 69 ricerche, con 89 persone soccorse, dato leggermente inferiore rispetto al 2019. La percentuale di intervento del mezzo aereo si è attestata attorno al 40% circa, a seconda dell’orario in cui avviene la chiamata e delle condizioni atmosferiche. La pandemia ha complicato l’attività di formazione, addestramento e simulazione, facendo eseguire le attività indispensabili non procrastinabili, per il mantenimento delle qualifiche e praticità tecniche: sono stati eseguiti 961 eventi formativi con 7.880 volontari coinvolti e una presenza media di 8,20 per evento eseguito. Il 45 % circa degli interventi riguarda persone illese, il 47,33% riguarda codici sanitari meno gravi (1 e 2); il 90,8% delle persone soccorse non è iscritto al Cai e non dispone di una propria assicurazione.

Le attività del Soccorso hanno impiegato circa 89.753 ore/uomo, delle quali il 29 % destinato alle operazioni di Soccorso e il restante 71 % alla gestione delle stazioni, alla formazione personale e di squadra La spesa corrente per il funzionamento corrente del Cnsas in base alla convenzione con la Sanità del Veneto, pari a 700.000 euro, per il 20% è destinata alla formazione del personale; il 17% è la spesa per l’acquisto di materiale alpinistico e dei dispositivi di protezione individuali. Il personale è coperto da una assicurazione a livello nazionale e da un ulteriore ombrello assicurativo stipulato a livello regionale che impegna circa l’8,5 % del bilancio corrente. Infine, un 7% circa viene investito in tecnologie destinate alla comunicazione (radio, ponti radio, cellulari) e reti dati.

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