Ski College Falcade, la fucina dei talenti: intervista al presidente Luca Marchetto

Ski College Falcade, la fucina dei talenti: intervista al presidente Luca Marchetto

Qualcuno dice che lo sport è una scuola. È vero. E la scuola può essere anche sport? A Falcade la risposta c’è ed è affermativa. Anzi, la risposta sta tutta nello Ski College Veneto, che ha una missione ben precisa: coltivare i talenti dello sci, coniugando studio e piste, attività didattica e disciplina sportiva. Un sistema più unico che raro, praticamente il solo presente in Italia. Peccato che solo in pochi conoscano questa realtà, che permette ai giovani dai 14 ai 18 anni di coniugare agonismo nello sci alpino, di fondo e nello snowboard, con il percorso di studi scelto all’interno dell’istituto Follador-De Rossi. Un’eccellenza di cui perfino i bellunesi spesso ignorano l’esistenza. Lo provano i numeri. Dei 57 tesserati attualmente nello Ski College, solo 7 sono bellunesi. «Una ragazza di Falcade, un allievo di Agordo, altri cinque provenienti dalla Valbelluna; tutti gli altri, invece, arrivano da fuori» spiega Luca Marchetto, presidente dello Ski College. «Abbiamo allievi dalle province di Padova, Vicenza e Venezia. Un ragazzo arriva anche da San Marino. Ne abbiamo diversi dal Friuli Venezia Giulia, da Roma, dal Piemonte, dalla Lombardia, dalla Liguria… qualche anno fa è passato per il college anche qualche giapponese. Abbiamo avuto una ragazza lituana e una russa». Insomma, siete internazionali… «Decisamente sì. Ma è un peccato che i locali non conoscano a sufficienza la nostra struttura e l’offerta formativa». Come mai? «Non saprei. Forse preferiscono rimanere negli sci club di provenienza». Ma lo Ski College non è uno sci club… «No. Il nostro è un servizio che punta alla crescita di tutto il movimento sciistico, non solo dei singoli. Il nostro valore aggiunto è che siamo in appoggio alla scuola pubblica. I nostri allievi sono studenti e atleti. Significa che i risultati scolastici devono essere portati a casa, così come quelli sportivi. Abbiamo istituito il tutor scolastico sei anni fa. C’è lo studio assistito già nei primi giorni di scuola a settembre. Vuol dire che la scuola non viene dopo lo sport, ma è messa sullo stesso piano». Non facile… «No, soprattutto durante il periodo invernale, quando si intensificano gli allenamenti. Che comunque proseguono tutti i giorni, per tutto l’anno». Com’è la giornata tipo di un allievo dello Ski College? «Chi studia a Falcade esce da scuola alle 12.30, giustificato; chi invece è ad Agordo esce alle 12. Noi andiamo a prenderli con i pulmini e li portiamo al college per il pranzo. In stagione, i ragazzi alle 13.15 sono già sulle piste, per gli allenamenti. Alle 16.30 rientrano, fanno merenda e poi hanno lo studio assistito fino alle 19. Poi c’è la cena, seguita da qualche ora di sala sciolinatura per prepararsi i materiali, oppure da qualche ora di studio autonomo in camera. Questa è la giornata tipo infrasettimanale. Poi ci sono tutte le gare del weekend». Un impegno enorme, insomma. «Chi è qui fa un lavoro doppio: deve fare sia lo studente sia l’atleta. Deve metterci il doppio dell’impegno. Certo, la vita è un po’ sacrificata, anche perché si prosegue sia durante le vacanze estive che durante le festività natalizie». Tutti gli studenti-atleti diventano campioni? «Come canta Morandi, uno su mille ce la fa». E gli altri? «Si aprono diverse strade professionali. Molti dei nostri allievi fanno le selezioni per diventare maestri di sci». Facciamo qualche nome di prospetto, passato per lo Ski College, o attualmente presente. «Nello snowboard abbiamo Isabel Murer, che si sta allenando con la Nazionale B femminile, e Filippo Ferrari, che si è visto anche in Coppa del Mondo. Nello sci alpino abbiamo avuto in passato Pietro Canzio, che si è diplomato nel 2018 e l’anno dopo è stato campione italiano di Slalom; oggi è tesserato e arruolato nelle Fiamme Oro di Moena. Per quanto riguarda il fondo, dal 2014 collaboriamo alla grande con lo Sci Club Val Biois e difatti ci stiamo preparando insieme a integrare anche il biathlon. Con l’allenatore Omar Genuin abbiamo tenuto altissimo il livello. Nomi? Leonardo De Biasi ed Elia Barp, che andrà alle Olimpiadi Giovanili».

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