La notizia è arrivata nella tarda serata di ieri, come un fulmine a ciel sereno: la federazione pallavolistica ha deciso di sospendere i campionati (dalla serie B in giù, compresi i tornei giovanili) fino al 15 marzo. Di conseguenza, ci sarà un altro stop di due settimane. Ciò significa che le partite da recuperare diventano quattro, mentre i sestetti rimarrebbero un mese a digiuno di gare ufficiali.
Una situazione francamente difficile da sostenere per tutte quelle società che non operano a livello professionistico e i cui atleti lavorano o studiano. Spesso fuori provincia. Ecco perché il responsabile tecnico della Pallavolo Belluno, Sergio Milani, lancia una proposta perentoria: «Annulliamo la stagione 2019-2020. E riprendiamo da zero nella prossima annata, sospendendo qualsiasi verdetto in termini di promozioni e retrocessioni. Poi, chi vuole continuare ad allenarsi lo può fare. Ma i campionati ora sono falsati».
Milani non ha dubbi: «Giocare quattro recuperi sfruttando il mercoledì o giovedì è impensabile. Nel mese di aprile saremmo costretti a scendere in campo due volte a settimana e magari con trasferte ravvicinate». Dalle porte chiuse al “fermi tutti” il passo è stato breve: «Le indicazioni del Consiglio dei ministri autorizzavano le manifestazioni senza pubblico, ma la Federazione ritiene che le scuole (quelle sì, chiuse fino al 15 marzo, ndr) siano parte integrante dell’attività sportiva. Sono perplesso e allibito: questa scelta crea ulteriore confusione. E le conseguenze avrebbero ricadute molto pesanti sui ragazzi e le ragazze: dal punto di vista fisico e da quello psicologico».
Insomma, per il dirigente della Pallavolo Belluno tanto vale resettare tutto: «Ognuno di noi capisce la delicatezza del momento. Per questo ritengo sia meglio mettere un punto fermo. E ripartire da capo».
