Scuola, famiglie, istituzioni e società sportive: insieme per prevenire il “mal di smartphone”

Scuola, famiglie, istituzioni e società sportive: insieme per prevenire il “mal di smartphone”

Era nato come un “lavoro” tra famiglie per mettere al sicuro i figli dagli effetti negativi di smartphone e digitale. Si è allargato alla scuola e alle istituzioni. E adesso coinvolge anche le associazioni. 

Il patto per il benessere digitale è sempre più partecipato, a Ponte nelle Alpi e Soverzene. Il motto “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” sta prendendo forma in maniera concreta. L’ultima novità riguarda proprio l’adesione delle associazioni: undici in tutto, con un panorama ampio che va dallo sport al volontariato. Si tratta della Valbelluna Basket, dello Sci Club Ponte nelle Alpi, dell’associazione Amici della Musica, della Sagra di Polpet, del Gruppo Scout Polpet, della Polisportiva Astra, dello Ski Club Gt Bell1, del Gruppo Sportivo Quantin, del Filò Sant’Andrea, dell’As Calcio Ponte nelle Alpi, e della Onlus Accanto all’anziano.

«Quella di Ponte e Soverzene è una delle prime esperienze di questo tipo in Italia e le undici associazioni hanno risposto in maniera entusiasta» spiegano i promotori dell’iniziativa. «Abbiamo rivolto un invito esteso a tutte le associazioni in particolare quelle con cui si relazionano i ragazzi e gli adolescenti».

IL PROGETTO

Ma cos’è il patto per il benessere digitale? È un patto di comunità in cui si coltiva il dialogo con bambini e ragazzi per porre dei limiti nell’uso degli strumenti digitali. In pratica: smartphone e computer sì, ma con consapevolezza e soprattutto con cautela. Facile a dirsi, molto più difficile a farsi. Difatti tutto è partito un anno e mezzo fa da un gruppo di genitori che vedeva con preoccupazione il tema e l’utilizzo dilagante (e sregolato) dei telefonini da parte di bambini anche piccolissimi. Quei genitori si sono riuniti nell’associazione “Famiglie in connessione” e hanno coinvolto le istituzioni comunali e la scuola, trovando facile dialogo. Ne è nato un patto con cinque regole per ragazzi e anche per genitori: 1, partecipare a momenti di educazione digitale; 2, far accedere i figli solo a contenuti digitali adeguati all’età; 3, consegnare uno smartphone personale connesso alla rete non prima della fine della seconda media; 4, utilizzare i device in modo trasparente almeno fino ai 14 anni; 5, stabilire e condividere in famiglia le regole chiare per l’uso dello smartphone personale.

«Una recente pubblicazione di Save the Children dice che nella fascia d’età 0-3 anni i pediatri consigliano un uso a 0 ore dei dispositivi digitali, ciononostante il 58% li utilizza ugualmente. E il 66% dei ragazzi dopo i 6 anni ha accesso quotidiano a uno smartphone connesso alla rete. Sono dati che devono far riflettere e su cui ci stiamo impegnando per migliorare la situazione, almeno a livello locale» spiegano i genitori. 

LE SERATE

Tra gli strumenti messi in campo, anche quello della formazione. E nelle prossime settimane verranno proposte due serate formative. La prima il 21 maggio (20.30, sala David Sassoli a Ponte nelle Alpi) dedicata ad “Affettività, sessualità e modelli di riferimento sui social media”, con Matteo Maria Giordano, educato e consulente scolastico per l’educazione all’uso consapevole delle nuove tecnologie. La seconda il 29 maggio (20.30, sala culturale a Soverzene) su “Internet nei bambini e negli adolescenti. Istruzioni d’uso per genitori” con Michela Minigher, esperta di neuroscienze. 

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto