Scoperta una nuova specie di farfalla, battezzata con il nome del professor Lasen

Scoperta una nuova specie di farfalla, battezzata con il nome del professor Lasen

C’è una nuova farfalla che fluttua tra i fiori dolomitici. È la Megacraspedus Laseni ed è stata scoperta all’interno del Parco nazionale Dolomiti bellunesi. In particolare nella zona della Busa delle Vette, vicino al Rifugio Dal Piaz, uno dei luoghi più noti del Parco.

Questa grande conca d’alta quota, scavata dall’azione di antichi ghiacciai e oggi occupata da pascoli e ghiaioni, è caratterizzata da una ricchezza floristica unica al mondo: qui sono state raccolte per la prima volta ben tre specie di piante poi risultate nuove per la scienza, Minuartia graminifolia, Rhizobotrya alpina e Alchemilla lasenii.

Ribattezzato “Busa delle meraviglie” dall’alpinista Severino Casara, questo luogo non cessa di stupire e di offrire nuove sorprese ai ricercatori che ne studiano la flora e la fauna; proprio qui, infatti, è stata raccolta una farfalla che è risultata essere sconosciuta alla scienza ed è stata descritta come nuova specie.

Busa delle Vette

La scoperta è stata fatta da Giovanni Timossi, un entomologo che collabora da anni con il Parco, studiando soprattutto le falene e i microlepidotteri (ovvero le farfalle più piccole, con aperture alari di pochi millimetri).

Durante alcuni monitoraggi condotti tra il 2016 e il 2018 per conto del Parco in Busa delle Vette, Timossi ha raccolto due esemplari di una piccola farfalla che in seguito è risultata essere, a un esame approfondito condotto sia sulle caratteristiche morfologiche che attraverso analisi genetiche, una specie sconosciuta.

Lo scopritore ha battezzato la nuova specie Megacraspedus Laseni, in onore del professor Cesare Lasen, primo presidente del Parco nazionale Dolomiti bellunesi.

Di questa piccola farfalla notturna (ha un’apertura alare di poco superiore a 1 centimetro) sono stati raccolti solo due esemplari, entrambi maschi, caratterizzati da ali bianche con lunghe frange lungo il margine.

Le altre specie conosciute del genere Megacraspedus sono caratterizzate dal fatto che le femmine hanno ali di dimensioni ridotte (tecnicamente si dicono brachittere) che le rendono incapaci di volare; le larve di questi insetti si nutrono delle radici o delle parti basali degli steli di diverse piante erbacee.

«Questa scoperta – commenta il presidente del Parco Ennio Vigne – testimonia ancora una volta lo straordinario valore naturalistico dei nostri territori ed evidenzia la necessità e l’importanza di approfondire sempre più le ricerche scientifiche, che sono una delle finalità istitutive dei Parchi Nazionali e permettono, come in questo caso, di fare nuove scoperte anche in aree che sono studiate da decine di anni. La dedica del nome al professor Lasen è un giusto riconoscimento al suo pluriennale impegno per lo studio e la salvaguardia della biodiversità delle nostre montagne».

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