Oggi (venerdì 25 febbraio) si ferma il trasporto pubblico. Gli autisti e i meccanici di Dolomitibus incroceranno le braccia. Inevitabile qualche disagio, visto che i bus e i pullman circoleranno solo nelle fasce orarie di garanzia (5.40-8.10 e 12.10-15.40).
Lo sciopero è stato proclamato a livello nazionale per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da oltre 4 anni. «In provincia però assume un significato, se possibile, ancora più forte» dicono i sindacati di categoria. «Vogliamo ridare la voce ai tanti autisti che quotidianamente svolgono la propria attività con condizioni lavorative sempre più faticose e difficili. Vogliamo restituire al mittente le giustificazioni che addosserebbero alla mancanza di personale il taglio di corse o la perdita di servizi. Se i servizi e le corse saltano non è colpa degli autisti, loro malgrado costretti a rinunciare a una professione che hanno scelto e che hanno amato. Peccato che questa professione non sia più remunerativa, con stipendi assolutamente inadeguati e non consenta più alcuna vita privata, con turni e impegni insostenibili».
La protesta a Belluno diventa un modo anche per ricordare che viabilità e trasporti non devono essere considerati un peso e un problema, ma una ricchezza in una provincia montana che ha nelle distanze tra frazioni e servizi il vero problema.
«“I bilanci non tengono e non consentono alcun riconoscimento economico” ci viene spesso spiegato ai tavoli di trattativa. È con piacere che scopriamo che Dolomitibus si colloca al 46esimo posto nella classifica delle aziende top in provincia» continuano i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Faisa Cisal. «Questo risultato, molto più che di tenuta, è merito dei lavoratori che, prima, durante e dopo la pandemia hanno continuato a fare il loro lavoro».
Durante le ore di sciopero, i sindacati saranno ricevuti a Palazzo Piloni dal presidente della Provincia. «Gli consegneremo un documento che riporta le ragioni dello sciopero, riassume lo stato dei trasferimenti statali alla Regione e da questa alle aziende» spiegano i sindacati. «Gli ricorderemo anche la necessità che la politica, a tutti i livelli, faccia la propria parte per risolvere questa lunga vertenza».