Sciopero dei bus, autisti e sindacati chiedono l’intervento della Provincia

Sciopero dei bus, autisti e sindacati chiedono l’intervento della Provincia

«Il servizio di trasporto pubblico incide profondamente sulla vivibilità delle terre alte e sull’accessibilità ai servizi da parte dei cittadini. Le criticità segnalatemi dai sindacati dei trasporti sono state registrate e seguirà un’analisi della situazione, preliminare a un tavolo di confronto con Dolomitibus». Così il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, a margine dell’incontro con i rappresentanti di Filt Cgil, Uil Trasporti e Faisa Cisal, nella giornata di sciopero nazionale del trasporto pubblico locale (ieri, venerdì 25 febbraio).

Il presidente Padrin ha ricevuto a Palazzo Piloni i rappresentanti provinciali delle sigle sindacali. E ha raccolto le segnalazioni relative alla vertenza nazionale e anche alle questioni locali, relative al servizio di trasporto pubblico locale e alle difficili condizioni dei lavoratori. 

«I sindacati mi hanno segnalato che il taglio delle corse sarebbe indipendente dalla pandemia Covid e relativo piuttosto alla difficoltà di reperire personale» spiega il presidente Padrin. «In particolare, inciderebbero stipendi bassi e un eccessivo carico di stress da lavoro correlato. Una situazione che approfondiremo senza dubbio, con l’obiettivo di convocare un tavolo tra azienda e sindacati. Il trasporto pubblico è fondamentale in una provincia che ha nelle distanze e nelle difficoltà morfologiche un problema di mobilità. Un servizio efficiente, quale quello che Dolomitibus è in grado di offrire al territorio, è il modo migliore per garantire vivibilità anche alle aree più periferiche e marginali della provincia». 

«Le organizzazioni sindacali apprezzano l’interessamento della Provincia» il commento delle sigle sindacali. «In particolare chiedono alla Provincia di farsi parte attiva con l’azienda per riprendere delle relazioni industriali da troppo tempo sospese, per recuperare quella forza lavoro che, lo diciamo chiaramente, avrebbe ancora passione per questo mestiere. Perché per fare l’autista non basta una patente, serve passione per il lavoro. Ma anche la passione più sincera si spegne, se non trova alcun riconoscimento, né economico né a livello di tempo di vita. L’auspicio è che quanto prima Dolomitibus presenti il proprio piano industriale di rilancio del tpl. Ora serve il coraggio di ripartire e di aumentare l’offerta di servizio sul territorio. Infine le organizzazioni sindacali invitano la Provincia a mettere in campo tutte le iniziative, per quanto di propria competenza, per assicurare la sicurezza e l’incolumità di utenti e degli stessi autisti».

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