Sarajevo ’84: i “giorni della discordia” raccontati a Cortina

Sarajevo ’84: i “giorni della discordia” raccontati a Cortina

È l’8 febbraio 1984: stadio Kosevo di Sarajevo. Stipate nel gelo, cinquantamila persone assistono alla cerimonia di apertura dell’Olimpiade invernale più imponente di sempre, la prima in un Paese comunista. Un’eredità lasciata da Tito prima della morte nel 1980.

Il presidente del Cio, Juan Antonio Samaranch, si appella ai valori della fratellanza, concordia, amicizia, uguaglianza. Da Sarajevo il mondo dello sport manda un messaggio di pace.

È l’Olimpiade di Bill Johnson, dei gemelli Mahre e di Paola Magoni, una ragazza bergamasca che nella nebbia regala all’Italia il primo oro nella storia dello sci femminile.

Igman, Treblevic, Bjelasnica, Johorina: le montagne attorno a Sarajevo sono simboli di concordia e fratellanza. Pochi anni e quelle montagne felici diventeranno teatro di barbarie e martirio di una guerra fratricida, nel cuore dell’Europa, che lascerà solo macerie e dolore. Un segno dell’odio e di cosa possa essere capace la follia umana. 

Su questa base si svilupperà l’incontro in programma stasera (ore 18), al Palazzo delle Poste di Cortina: “Sarajevo ’84 – I giorni della discordia”. L’appuntamento è inserito all’interno della rassegna “Una montagna di libri” e avrà come ospiti l’autore Lorenzo Fabiano e la medaglia d’oro nello slalom, Paola Magoni (in foto), proprio alle Olimpiadi del 1984.

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