«Salviamo la Neurologia di Belluno e Feltre»: già oltre 700 firme per la petizione online

«Salviamo la Neurologia di Belluno e Feltre»: già oltre 700 firme per la petizione online

«Salviamo le Neurologie di Belluno e Feltre». Il grido di allarme contro il rischio di chiusura delle Unità operative del “San Martino” e del “Santa Maria del Prato”, a causa della carenza di medici specialisti, approda sul web. In particolare su Change.org, la popolare piattaforma on line gratuita di campagne sociali, dove ieri è apparsa la petizione «No alla chiusura dei reparti di Neurologia di Belluno e Feltre».

A lanciarla Gloria Pocchiesa Marian, di Padola di Comelico superiore, che spiega: «Ho la Sclerosi multipla, diagnosticata nel 2016. Come ma ci sono altre 450 persone con la stessa diagnosi nella provincia di Belluno. Siamo in tanti, eppure siamo solo una parte delle persone che ogni giorno necessitano di avere un supporto neurologico nella provincia di Belluno. Ma nonostante questo, i servizi negli ospedali di Belluno e Feltre sono ridotti all’osso. E le ultime notizie parlano di una chiusura delle neurologie di Belluno e Feltre, lasciandoci sgomenti e impauriti».

L’appello online ha subito raccolto consensi. Il primo traguardo delle 500 firme è stato tagliato in poche ore e nella serata di ieri avevano già firmato oltre 700 persone.

D’altra parte il tema è caldo e si inserisce nel più ampio dibattito sulla salvaguardia dei servizi sanitari in quota. Della possibile chiusura di uno dei due reparti di neurologia si parla da giorni. L’Ulss 1 Dolomiti per ora smentisce, specificando come «Attualmente sono in servizio 5 medici neurologi a Belluno e 4 medici a Feltre (più un libero professionista)». Ma a maggio un neurologo a Belluno cesserà il servizio, e un altro farà lo stesso a giugno. L’azienda sanitaria ricorda di aver messo in campo diverse iniziative per reperire personale medico: dai concorsi (l’ultimo indetto da Azienda Zero è però andato deserto) alle convenzioni con le aziende sanitarie di Treviso, Padova, Verona, Trento e Udine per l’acquisto di turni. Deliberato anche il raddoppio dell’indennità di reperibilità, mentre «La retribuzione di posizione – spiega l’Ulss 1 – è tra le più elevate del Veneto».

Ma la preoccupazione per il futuro cresce. Se ne sono fatti portavoce i sindaci nell’ultima riunione della Conferenza dei servizi. «Il nostro diritto alla salute dove sta? – si chiede Pocchiesa nel testo che accompagna la petizione – Chiediamo a chi segue le funzioni della sanità bellunese di fare una scelta, perché se per la malattia una scelta non c’è, per la cura sì. Belluno è in Veneto, al pari di tutti gli altri territori regionali, e i suoi abitanti hanno lo stesso diritto ad essere curati»

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