Riqualificazione edilizia per combattere lo spopolamento: la ricetta leghista

Riqualificazione edilizia per combattere lo spopolamento: la ricetta leghista

Negli ultimi dieci anni il Bellunese ha perso 10mila abitanti e nel novembre del 2020 il numero è sceso sotto la “soglia psicologica” delle 200mila persone. Nonostante aumentino le domande per avere accesso a un appartamento Ater, gli immobili della parte alta della provincia restano vuoti perché in certi Comuni nessuno vuole trasferirsi a vivere. Cosa fare per invertire la tendenza? Il gruppo Lega Belluno ne ha parlato giovedì sera nell’incontro online dal titolo “Lo spopolamento nel Bellunese. Numeri e dati di un fenomeno che si può ancora invertire” e i contributi dell’economista Quirino Biscaro, dell’assessore regionale Gianpaolo Bottacin e della presidente Ater Ilenia Rento hanno provato a definire il quadro e individuare la strada che la politica, da qui in avanti, dovrebbe seguire. Servizi, sburocratizzazione e aiuti fiscali sono le tre grandi direttive lungo cui dirigere l’azione dei prossimi anni.

Il professor Biscaro ha portato dati e risultanze di studi a dimostrazione di come andamento dell’economia e calo demografico siano fortemente connessi tra loro e di come l’uno influenzi l’altro. Un territorio in regressione economica e la presenza di molti contratti part time sono disincentivi alla natalità e su questo la politica può fare molto. 

La presidente di Ater, Ilenia Rento, da parte sua ha portato i numeri relativi alla perdita di abitanti, divisi per Comune. Il record va a Gosaldo che tra il 2002 e il 2021 ha perso il 38% di residenti, Zoppè il 35%, Val di Zoldo il 29%, Ospitale il 26%, Cibiana il 24%, Livinallongo il 9%, per fare alcuni esempi. Ci sono anche zone della provincia che hanno guadagnato abitanti come Feltre con il +5,5%, San Vito +14,1%, Sedico +17,4% e Limana +18,4%. In aumento, e questo è un dato meno positivo, anche i nuclei familiari che si iscrivono alle liste Ater per poter accedere alle case di edilizia popolare. Anche in questi casi, però, la presenza dei servizi fa la differenza. «Ci sono zone del territorio in cui gli appartamenti Ater restano vuoti, non riusciamo a riempirli da anni – spiega Rento -, le persone cercano la vicinanza ai servizi, alle fermate dell’autobus e alle scuole per i figli, tanto più se in famiglia c’è una sola auto».

IL PROGETTO

Da qui il progetto, ambizioso, lanciato da Ater e possibile solo con il supporto dei Comuni: riqualificare le vecchie scuole frazionali sparse per il territorio, per riportare le persone a vivere nei paesi e realizzare, negli edifici pubblici abbandonati presenti nei Comuni dove ci sono scuole di eccellenza, convitti per studenti così da combattere l’abbandono scolastico e supportare le famiglie della parte alta della provincia nel momento in cui il figlio inizia le scuole superiori. Non solo, anche residenze per i dipendenti Usl, comunali e delle case di riposo che arrivano da fuori provincia. «Ci sono famiglie costrette a trasferirsi verso la Valbelluna per permettere al figlio di studiare – commenta la consigliera regionale Silvia Cestaro -, questo per non lasciare i ragazzi minorenni soli. È fondamentale supportare i genitori con servizi per permettere di abitare anche le terre alte». 

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