«In montagna ci sono diverse sorgenti che non afferiscono alla rete idrica. Fonti d’acqua secondarie che negli anni sono state abbandonate. Ora vanno recuperate al più presto, la siccità non è fenomeno estemporaneo e passeggero». A camere sciolte, il deputato Dario Bond non se ne sta con le mani in mano. E in merito alla emergenza idrica che sta colpendo tutto il Nord Italia – e in maniera anomala anche la montagna veneta – lancia una proposta che non fa acqua da tutte le parti (per restare in tema).

«In condizioni come quelle che stiamo vedendo, serve prima di tutto individuare e riparare le perdite della rete idrica. E poi un piano di recupero delle sorgenti che non caricano gli acquedotti» dice Bond. «Ce ne sono diverse nelle aree montane, anche nel Bellunese. Piccole sorgenti che un tempo alimentavano vecchie fontane a servizio del bestiame e che con l’abbandono della pastorizia sono state lasciate seccare. Oggi non è possibile lasciar morire quelle sorgenti, che possono avere un valore enorme per l’agricoltura e la zootecnia, ma anche per le funzioni di antincendio. Proprio in questi giorni le associazioni di categoria agricole denunciano l’emergenza idrica anche nei pascoli di alta quota, con la fine anticipata della monticazione per mancanza d’acqua: recuperare le sorgenti e inserire nel piano anche la tutela delle ultime ‘lame’ rimaste per l’abbeveraggio delle mandrie diventa fondamentale. Nel frattempo, si provveda anche a prevedere ristori per le aziende zootecniche che risultano penalizzate dalla siccità: l’attività delle malghe non solo produce formaggi e latticini di qualità eccezionale, ma svolge un compito formidabile nella cura e nella manutenzione dell’ambiente alpino».