Sindacati in piazza: chiesto il rinnovo del contratto metalmeccanico

Sindacati in piazza: chiesto il rinnovo del contratto metalmeccanico

Tute blu in piazza, di nuovo. Ma questa volta Acc non c’entra. Al centro della protesta c’è il contratto nazionale del settore metalmeccanico, scaduto esattamente un anno fa e non ancora rinnovato. Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm si sono dati appuntamento ieri alle 14, sotto la sede di Confindustria (la controparte in questa vertenza che al momento è in un binario morto) per un veloce sit – in, per chiedere a gran voce lo sblocco della trattativa.

Perché il settore metalmeccanico, in questo disgraziato 2020 segnato dalla pandemia, ha contribuito e sta contribuendo a tenere a galla l’economia dell’intero Paese. E anche a Belluno i sacrifici dei lavoratori dell’impresa hanno permesso di mantenere in piedi interi settori produttivi.

«Tutti questi sforzi devono essere riconosciuti – spiega Alessio Lovisotto, segretario Fim Cisl Belluno – treviso – all’interno del nuovo contratto, sia per quanto riguarda l’aumento salariale, sia sul fronte della rappresentanza all’interno delle aziende e alla formazione dei lavoratori. Quest’ultimo è un aspetto fondamentale: occorre passare dal concetto di tute blu, ovvero di operai poco specializzati, a quello di colletti blu, ovvero lavoratori con competenze da esprimere e far crescere».

Da un anno è tutto fermo. Non sono serviti a sbloccare la situazione i 12 incontri avuti finora tra sindacati e Federmeccanica. «Dicono che è colpa del Covid – commenta Michele Ferraro della Uilm – ma la verità è che il contratto è scaduto a ottobre 2019 e Confindustria da allora ha in mano il documento con le nostre proposte. Quindi il Covid, in questa partita, non c’entra».

La questione è aperta. «E non finirà certo qui – tuona Stefano Bona, segretario della Fiom Cgil di Belluno – andremo fino in fondo. D’altra parte, abbiamo già dimostrato di saper fare squadra in questi momenti».

Intanto, il 12 novembre ci sarà (in modalità virtuale) il primo tavolo tecnico con il Ministero dell’economia dove si affronterà concretamente il futuro di Italcomp, la newco che mette insieme l’ex Acc di Mel e l’ex embraco di Chieri. «C’è ancora da risolvere il problema della messa in sicurezza finanziaria di Acc – spiega Bona -. La Commissione europea ha chiesto chiarimenti sulla richiesta di finanziamento attraverso la legge Prodi. Chiarimenti che sono stati inviati e attendiamo la risposta definitiva. Il tavolo della prossima fondamentale è fondamentale per capire se le cose stanno procedendo come previsto e più volte assicurato»

 

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