Il 2020 è stato l’anno dei lockdown. La pandemia di coronavirus ha ridotto, quasi azzerato, gli spostamenti di persone e merci. Ma non ha fermato “Falco”. I dati complessivi sull’attività dell’elisoccorso sono di fatto parificabili al 2019. «In particolare – spiega il direttore del Suem 118, Giulio Trillò – è risultato quasi equivalente il numero globale di missioni effettuate (675 contro 696: solo 21 in meno rispetto all’anno precedente) nonostante nei mesi di “lockdown” l’attività si sia praticamente azzerata».
Quasi equivalente al 2019 anche la proporzione tra i diversi tipi di missioni effettuate. Le missioni primarie hanno coperto il 75% del totale: sono state 532 nel 2020, furono 556 nel 2019. Il 15% del dato complessivo ha interessato i trasporti tra gli ospedali (99 nel 2020; 85 nel 2019), mentre sono state 44 le missioni di addestramento.
«È altresì simile la destinazione dei pazienti soccorsi – conclude Trillò – con l’ospedale “S. Martino” di Belluno a fare la parte del leone, e resta sempre significativo il numero dei cosiddetti “illesi”: persone cioè che vengono solo recuperate utilizzando l’elisoccorso, ma che non presentano ferite o lesioni che necessitino di ricovero o medicazione in ambito ospedaliero». Nel 2020 sono stati 50.