“Psicologi del territorio” a servizio gratuito della Prefettura per i profughi provenienti dall’Ucraina: questa la disponibilità offerta dalla Cadore società cooperativa sociale – s.c.s., che è responsabile dell’attività.
«In questi giorni ci siamo attivati con tutti i nostri capiservizio per capire come possiamo metterci a disposizione come cooperativa per aiutare in una simile emergenza – spiega la presidente Alessandra Buzzo –. Ho continui contatti e richieste da parte di enti, istituzioni e privati e mi sono messa personalmente a disposizione, ma abbiamo voluto confermare anche alla Prefettura la piena disponibilità della Cadore s.c.s. a garantire aiuto e supporto per tutto quello che è nelle nostre possibilità».
Il servizio di psicologo del territorio, partito in provincia di Belluno proprio dalle aree del Cadore, del Comelico e dell’Ampezzano, permette alle persone in difficoltà un primo approccio con professionisti del settore, che possono dare un primo aiuto ed eventualmente indirizzare verso i servizi sanitari più adeguati.
La missione del servizio è infatti quella di “fornire sostegno e favorire la crescita in salute della popolazione, con interventi mirati soprattutto a disagi e sofferenza psichica che si collochino a un livello subclinico, o legate al ciclo della vita e ai processi di cambiamento, o in connessione o conseguenza di eventi ed esperienze stressanti o traumatiche”.
Non solo: vista la presenza al tavolo del Coordinamento Rete Immigrazione Provinciale della dottoressa Milena Maia, presidente del Coordinamento, l’equipe degli psicologi del territorio (ch vede impegnati anche i dottori Leonardo Stiz, Linda Pirola e Pasquale Costigliola) si potrà avvalere anche del supporto dell’associazione Ucraina Più per tutte le necessità di mediazione linguistica e culturale.
«Restiamo a disposizione della Prefettura e dei Comuni per tutte le eventuali necessità che dovessero sorgere – conclude Buzzo –. Se ce ne fosse la necessità, potremmo anche intervenire sul fronte dell’accoglienza, vista la disponibilità di strutture adatte che fino a poco tempo fa sono state utilizzate per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Attendiamo di capire quali sono le necessità a cui il nostro territorio sarà chiamato a rispondere e ci faremo trovare pronti in caso di bisogno».