Pochi medici e infermieri, nonostante la pandemia: il Pd interroga

Pochi medici e infermieri, nonostante la pandemia: il Pd interroga

«Il numero di medici, infermieri e personale sanitario attivi nei nostri ospedali era già inadeguato prima dello scoppio della pandemia. Oggi siamo a un livello di allarme senza precedenti». Suona la sirena negli ospedali bellunesi. E il Partito Democratico interroga.

Prosegue l’azione dei Dem bellunesi per chiedere il ripristino degli organici di medici, infermieri e personale sanitario nelle strutture dell’Ulss 1. Nei giorni scorsi il deputato Roger De Menech ha depositato alla Camera due interrogazioni al ministro della salute Roberto Speranza chiedendo il rispetto della legge regionale 19/2016 sui livelli essenziali di assistenza per assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute. L’azione fa seguito ad analoga interrogazione presentata in consiglio regionale dalla consigliera Anna Maria Bigon.

«Oggi siamo a un livello di allarme senza precedenti – attacca la segretaria Pd provinciale Monica Lotto -. In questo contesto ci sono gravi responsabilità della Regione e della dirigenza dell’Ulss che, come evidenziato un paio di settimane fa, non ha neppure avanzato la richiesta di anestesisti all’Azienda Zero in procinto di assumerne 141».

Il nodo del personale è particolarmente delicato perché alle sofferenze di tutto il sistema per la mancanza di specializzandi, si aggiunge il differenziale montagna. Come altre zone disagiate e distanti dai grandi centri urbani, il Bellunese ha bisogno di investimenti e di incentivi per attrarre medici, infermieri e tecnici.

«Ad oggi, nulla è stato fatto dalla Regione – ricorda De Menech – nonostante la pandemia abbia consentito al governo di varare il più grande investimento sul personale sanitario mai visto. Grazie ai finanziamenti statali, i sistemi sanitari regionali stanno procedendo all’assunzioni di migliaia di medici, infermieri e operatori socio-sanitari». Le assunzioni di medici non ci saranno nel Bellunese dove sono previste solo ‘coperture di figure’ a tempo determinato. Una criticità a cui si aggiunge il problema della fuga di infermieri dalle case di riposo e che scelgono il contratto pubblico con maggiori tutele offerto dalle Ulss. 

«Ad oggi non ci sono numericamente le professionalità sufficienti per sostenere questa nuova richiesta di figure professionali specializzate e che necessitano di un periodo di formazione medio-lungo» afferma il deputato nell’interrogazione chiedendo al ministro quali «azioni intenda mettere in atto per stimolare le Regioni a intervenire con azioni concrete per risolvere il problema evidenziato, garantendo i livelli essenziali di assistenza, così da assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute. E come si intenda incentivare e assicurare la presenza stabile di un adeguato numero di infermieri e operatori socio-sanitari nella provincia interamente montana di Belluno».

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