Le immagini dell’incendio di Bibione sono ancora vive. E intanto altri focolai si sono accesi in diverse parti del Veneto. Niente di strano: con temperature massime che sfiorano i 40 gradi e la pioggia che manca ormai da mesi, non c’è da stupirsi. Adesso però il problema si allarga a macchia d’olio. E coinvolge anche il Bellunese, dove il deficit pluviometrico è drammatico. 

Le precipitazioni sono ormai in difetto da ottobre. E ieri la Regione Veneto ha dichiarato lo stato di grave pericolosità per incendi boschivi anche nei Comuni bellunesi. Una situazione che rende sempre più complicata l’estate. O meglio, un’estate che in montagna non si era mai vista.

«Stiamo vivendo un periodo siccitoso di lunga durata, che coinvolge in maniera insolita anche le nostre montagne. Il rischio di incendi è elevato e invito tutti – residenti e turisti – a usare la massima attenzione per evitare il pericolo di inneschi». L’appello arriva dal consigliere provinciale delegato alla Protezione Civile Mattia Gosetti, a seguito dell’estensione dello stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi emesso dalla Regione Veneto, assessorato all’ambiente. 

Le ordinanze anti-spreco d’acqua si accompagnano così a una nuova preoccupazione. Perché in emergenza idrica – e con il bostrico che ha reso secchi interi boschi di conifere – non c’è da scherzare.

«Dobbiamo adottare le misure più idonee per la prevenzione, consapevoli che con le condizioni meteo climatiche di queste settimane basta davvero poco per scatenare incendi di vasta portata, con conseguenze e danni incalcolabili» sottolinea il consigliere Gosetti. «Uomini e mezzi dell’Antincendio boschivo della Regione sono sempre operativi, e a loro va il nostro ringraziamento. Ma bisogna evitare di costringerli a un lavoro supplementare e bisogna evitare di sprecare l’acqua. Le nostre montagne stanno soffrendo il caldo: facciamo in modo che non debbano soffrire anche gli incendi».