Viabilità (ferro-gomma) fa rima con priorità: il circolo del Partito democratico dell’Oltrardo ha affrontato il tema generale in due convegni. Uno nel febbraio del 2016 (relatori Svaluto-Reolon-Pat-Panzan) e l’altro nel novembre 2019 (relatori Svaluto-Roger De Menech-Panzan).
Dai due appuntamenti sono emerse posizioni molto nette. A cominciare dal completamento dell’autostrada Venezia-Monaco: «Non è più stato sostenuto dalle forze politiche – spiega il segretario Mario Svaluto Moreolo – e dalle istituzioni provinciali fin dagli anni Novanta. Ed è insostenibile in presenza del progetto della ferrovia appoggiato dal Governo, dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Bolzano».
Stesso discorso per quanto riguarda il progetto della tratta per l’Agordino: «Essendo alternativo a quello per il Cadore, non ci sono requisiti di esame, approvazione e finanziamento da parte di organi Istituzionali. Dovrà essere comunque trovata un soluzione per non lasciare l’Agordino fuori dal circuito ferro o gomma». Sostegno, invece, al progetto della tratta ferroviaria per il Cadore: «Con particolare riferimento alla soluzione per Auronzo-Cortina ed esclusione dell’ipotesi San Vito-Cortina perché il tratto è su terreno non idoneo».
L’altra osservazione è di ordine politico-istituzionale: «Nel dopoguerra – proseguono dal Circolo dell’Oltrardo – la provincia di Belluno ha perso occasioni essenziali e strategiche di sviluppo per l’incapacità di fare squadra e superare l’esasperato localismo. In particolare la politica, cioè i Partiti, hanno rinunciato al proprio ruolo centrale di proposte strategiche e proiettate nel futuro e, di fatto, hanno delegato le “amministrazioni” locali che si muovono evidentemente nella rappresentanza territoriale propria. Ciò ha provocato e provoca le divisioni, in particolare, per vallate».
Viene chiamata in causa la Regione: «Ha avuto e ha tuttora la titolarità di scelte così importanti. Per la tratta ferroviaria allora si è pronunciata per il percorso in Cadore e ha preteso, giustamente, l’approvazione di tutti gli enti. Ora, sempre dalla libera informazione, sembra che la Regione dica una cosa precisa sulla tratta agordina: se gli enti locali sono d’accordo, si può vedere. Ebbene, nemmeno Ponzio Pilato è riuscito a tanto. La Regione Veneto ha il dovere politico e civile di ribadire la scelta in atto, oppure se è intenzionata a coltivare la scelta agordina, lo faccia con una proposta sorretta da progetto e finanziamento senza più dire: se tutti gli enti locali sono d’accordo. Se ciò avviene o avverrà è evidente che il “popolo” di questa comunità provinciale si dividerà con il risultato che il Cadore sarà contro l’Agordino». E concludono: «Dopo tanto “frazionismo” è forse venuto il momento storico di fare un vero salto di qualità. Essere cioè protagonisti del proprio destino. Le nuove generazioni non perdoneranno a questa comunità l’ennesimo fallimento».