Parlamentari bellunesi promossi a pieni voti sulle presenze in aula. Bond il più “ribelle”

Parlamentari bellunesi promossi a pieni voti sulle presenze in aula. Bond il più “ribelle”

Finisce la legislatura ed è tempo di pagelle per i deputati bellunesi. Con una premessa: tutti promossi a pieni voti per quanto riguarda le presenze in aula alla Camera e al Senato. Nessuno, insomma, è andato a fare “vacanze romane”. Tutti hanno fatto il loro dovere, chi più chi meno.

Alla Camera, Roger De Menech (Pd) è risultato presente il 79% delle volte; la media dei suoi colleghi è del 70%. Le assenze si fermano al 10,2% (valore medio a Montecitorio, 18,7%). In più, è stato primo firmatario di 14 disegni di legge, di una mozione, di 32 interrogazioni in commissione, di 21 ordini del giorno e di 86 emendamenti. 

Presentissimo anche il collega Mirco Badole (Lega): 96,5% di presenze, solo 3,5% di assenze. Zero missioni, e pochi segni sull’attività, però: Badole è stato primo firmatario in 3 interrogazioni, 17 ordini del giorno e 2 emendamenti.

Il ministro Federico D’Incà è stato deputato per metà legislatura. I suoi dati sono quindi parziali e mostrano una grande attività: il 23% di presenze è compensato dal 75% di missioni; tra disegni di legge, interrogazioni, emendamenti e interpellanze, risulta primo firmatario in oltre una cinquantina di azioni.

Attivissimo anche Luca De Carlo (FdI), che ha cominciato la legislatura a Montecitorio e l’ha conclusa a Palazzo Madama. Presenze oltre il 93%, assenze inferiori al 2% e ben 394 emendamenti da primo firmatario: se non è record, poco ci manca.

La pagella di Dario Bond (FI) non si scosta di molto da quella dei colleghi. Alla Camera è risultato presente il 76% delle volte, mentre le assenze si aggirano sul 24%. Due disegni di legge, una settantina di emendamenti e 59 ordini del giorno. Ma il dato che spicca è un altro: Bond ha votato 605 volte in maniera differente rispetto al suo gruppo (ovvero otto volte su cento). Anche questo è un record che rende il deputato bellunese uno dei più “ribelli” a Montecitorio. I suoi colleghi bellunesi si limitano a una decina di voti differenti rispetto al partito.

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