Sono stati installati ieri (6 giugno) i nuovi tappetini e i nuovi ombrelli sotto i nidi di rondine del centro storico di Belluno, nell’ambito del progetto che da qualche anno vede Comune capoluogo, Provincia, riserve alpine di caccia, Confcommercio e volontari collaborare per la salvaguardia della biodiversità cittadina. Belluno, infatti, è uno dei pochi centri rimasti in Italia in cui nidificano stabilmente rondini, rondoni e balestrucci. Quest’anno il progetto “Belluno città delle rondini” si avvale anche di una nuova partnership, quella del Parco nazionale Dolomiti bellunesi, che ha fornito gli ombrelli antiguano brandizzati con i simboli dell’area protetta.
«Siamo lieti di questa nuova collaborazione, che ha l’obiettivo di tutelare la presenza delle rondini in centro città, ma anche di valorizzare il territorio. Le rondini infatti sono indice di qualità ambientale» commentano il consigliere provinciale delegato alla tutela faunistica Franco De Bon e l’assessore all’ambiente del Comune di Belluno Alberto Simiele. «Il progetto proseguirà con l’intenzione di georeferenziare ogni anno tutti i nidi che ci sono sotto i portici, riportandone indicazione sulle mappe del centro storico, così da registrare i monitoraggi; ma è utile anche perché i turisti possano conoscere una delle bellezze di Belluno. Stiamo studiando anche la possibilità di lezioni nelle scuole per spiegare la presenza delle rondini e la loro importante funzione ecologica».
Oltre all’installazione dei tappetini e degli ombrelli antiguano, nei giorni scorsi i volontari – coordinati da Silvana De Col, moglie del compianto Bepi Tormen – hanno effettuato l’ultimo censimento su nidi e rondini. I dati mostrano una forte crescita della presenza cittadina. I nidi infatti sono 167 (contro i 154 del 2021 e i 140 del 2020; al primo rilevamento, nel 2016, erano 117). Di questi, risultano 19 in costruzione (contro i 13 di un anno fa) e 40 utilizzati (in linea con il dato dello scorso anno).