Odio razziale e paura del diverso: Moni Ovadia racconta ebrei e Rom

Odio razziale e paura del diverso: Moni Ovadia racconta ebrei e Rom

«Gli ebrei e il popolo degli “uomini” per secoli hanno condiviso lo stesso destino. Ebrei e “uomini” hanno incarnato per ragioni simili e specifiche la radicale “alterità” alle culture dominanti dell’occidente cristiano». Sono parole di Moni Ovadia tratte dal testo di “Senza confini – Ebrei e zingari”, lo spettacolo che domani sera (venerdì 28 gennaio) sarà in scena al Comunale. 

Un concerto-spettacolo che mette insieme l’amore per la battuta e spunti poetici, storielle e barzellette della tradizione ebraica uniti ai ritmi incalzanti delle melodie zingare e klezmer, la musica delle culture dall’Europa all’Est. Canti e storie, musiche e racconti Rom, sinti ed ebraici, per mettere sotto la luce dei riflettori il comune, doloroso percorso del popolo ebraico e di quello Rom, vittime del pregiudizio. Un racconto dell’esilio, verrebbe da dire. Con un occhio anche ai tempi attuali.

Sul palco del Comunale ci sarà proprio Moni Ovadia, accompagnato da Paolo Rocca (clarinetto), Petre Naimol (contrabbasso), Albert Florian Mihai (fisarmonica) e Marian Serban (cymbalon). Inizio alle 21.

Informazioni e biglietti: www.fondazioneteatridolomiti.it.

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