Nulla sarà come prima. «E allora cambiamo Belluno, prima che sia troppo tardi»

Nulla sarà come prima. «E allora cambiamo Belluno, prima che sia troppo tardi»

Nulla sarà più come prima. Lo ripetono in tanti, forse a torto, forse a ragione. Qualcuno però si augura davvero che una cosa in particolare non sia più come prima: l’immobilismo di Palazzo Rosso. «Non possiamo aspettare l’aiuto di altri, dobbiamo essere i protagonisti di questo cambiamento epocale. Il sindaco Massaro si dia da fare in tal senso, per trasformare Belluno». Parole di Paola Gamba. Il consigliere di minoranza mette in fila una serie di considerazioni. E lancia una sfida-appello al primo cittadino: cambiare la città e il suo modo di lavorare e fare impresa.

«Anche la provincia di Belluno sta per essere investita dalla più drammatica recessione della storia contemporanea, peggiore certamente della Grande Depressione del 1929 – dice Gamba -. Il problema principale sembra ora essere un giorno di isolamento in più o in meno, come se una volta ripartiti si trattasse solo di avere pazienza e aspettare che tutto torni come prima. Purtroppo non sarà così». Il consigliere di “Belluno è di tutti” è convinto che alla fine bisognerà convivere con il coronavirus. Adottando le misure necessarie, certo. Ma anche ripartendo. «Il più in fretta possibile dato che la situazione è grave – continua Gamba -. Bisogna operare scelte forti e forse impopolari, resettando il sistema produttivo e dei servizi, portando una forte discontinuità nella pubblica amministrazione e modificando alla radice il funzionamento della burocrazia. Non possiamo lasciarci trasportare dagli eventi e anche nel nostro piccolo di città capoluogo di provincia dobbiamo reagire dando prova di maturità e di capacità di cambiamento. Da vecchia città ingessata e con poca tecnologia dovremo trasformarci in una città moderna, veloce, snella e digitale, dobbiamo fare un salto di qualità. Un primo cittadino deve porsi delle domande. Cosa farà un ristoratore quando riaprirà il locale, sicuramente in perdita a con forse metà dei coperti? Cosa farà un parrucchiere? Cosa farà il titolare di un bar? E quello di un negozio di abbigliamento? Cosa faranno tanti altri? Di sicuro i 600 euro del Governo non sono che spiccioli. Belluno sembra partire meno svantaggiata di altre città, perché non è sede di grandi aziende, il turismo non si è mai sviluppato e il tessuto economico non si basa su questo settore. Siamo una città laboriosa, ma statica e ora deve cambiare tutto».

Da qui, l’appello a Palazzo Rosso: «Signor sindaco, va bene, anzi, va benissimo il volontariato. Va bene pensare ad aiutare le famiglie. Si deve fare, ma non basta. In questo preciso momento, il mondo attorno a noi, travolto dalla pandemia, si sta evolvendo a una velocità prima impensabile e noi dobbiamo diventare artefici del nostro domani».

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