Quarto giorno di occupazione del municipio. Ma la protesta dei lavoratori Acc non cala di livello. Anzi. Gli operai della fabbrica di Mel sono pronti ad alzare il tiro, nel caso non venisse ascoltato il loro grido. Un sit-in sotto casa del ministro Federico D’Incà? Può essere.
«Finora la protesta è stata sempre corretta e nei limiti del civile» hanno spiegato l’altro giorno i sindacati Fiom, Fim Cisl e Uilm Uil, durante l’occupazione pacifica del municipio di Borgo Valbelluna. E oggi ci sono ancora i sacco a pelo dei lavoratori che si danno il cambio per mantenere attivo il loro presidio. Non male dormire in uno dei palazzi più storici della Valbelluna, con tanto di affreschi. Ma gli operai Acc non sono in vacanza: stanno urlando da mesi, anche se pare che nessuno li ascolti.
La questione è sempre la stessa: la fabbrica funziona e lavora, gli ordini non mancano. Quello che manca è un prestito in grado di traghettare lo stabilimento verso il progetto ItalComp, il nuovo polo nazionale dei compressori. Se non arrivano risorse fresche, non ci sono neanche i soldi per pagare le materie prime o gli stipendi. A fine mese, quindi, Acc rischia di chiudere per sempre (o di essere messa di nuovo sul mercato).
«Continua l’occupazione pacifica del Comune» dicono i sindacati, che hanno anche coniato l’hashtag: #NonSiMolla.