Nonostante Meloni-Salvini continuano gli sbarchi. E le gare per l’accoglienza vanno deserte

Nonostante Meloni-Salvini continuano gli sbarchi. E le gare per l’accoglienza vanno deserte

Parrocchie e mondo del volontariato in prima linea. Per accogliere i richiedenti asilo che arrivano in provincia di Belluno non c’è altra soluzione. La via “istituzionale” – i Sai (Sistema accoglienza e integrazione) e i Cas (Centri di accoglienza straordinaria) – non hanno posto e tutti i tentativi di attivare nuove strutture non hanno sortito effetto. Eppure, i bandi per l’accoglienza prevedono un pagamento sicuro, direttamente dallo Stato. Evidentemente a Belluno e ai bellunesi non interessa, perché le gare sono andate deserte.

La situazione è stata tratteggiata qualche giorno fa in Prefettura, durante una riunione con i sindaci dei 14 Comuni più popolosi.

«L’incessante succedersi degli arrivi soprattutto dalla rotta mediterranea – 3.438 arrivi solamente nei primi 4 giorni del 2023 – comporta la necessità di una loro distribuzione omogenea su tutto il territorio nazionale al fine di alleviare la pressione migratoria a cui sono soggette Sicilia e Calabria» spiega in una nota la Prefettura di Belluno. «In provincia sia le strutture del Sai (18 posti) sia i Cas (127 posti) fanno registrare la completa saturazione, nonostante siano state attivate le clausole dell’aumento del quinto d’obbligo contrattualmente previste. I molteplici tentativi messi in campo dalla Prefettura tramite avvisi pubblici con lo scopo di individuare nuovi soggetti cui affidare la gestione dei contingenti di migranti non hanno dato l’esito sperato visto che le gare sono andate deserte».  

Intanto si è mosso il mondo del sociale. Infatti, per far fronte all’emergenza migratoria ed evitare che i migranti assegnati a Belluno rimanessero privi di accoglienza, a partire dal 7 dicembre la Prefettura ha provveduto ad affidare, per il tramite delle amministrazioni comunali, i migranti alle rispettive comunità locali, per approntare le primissime misure di accoglienza attingendo allo spirito di solidarietà presente nel privato sociale. In prima linea associazioni, volontari della Protezione Civile, della Caritas, della rete delle parrocchie, della Croce Rossa Italiana, delle associazione di stranieri e in generale di ogni altra forza del Terzo settore.

«L’attivazione di questo modello procedurale ha visto interessate le amministrazioni di Belluno, Feltre, Borgo Valbelluna, Sedico, Ponte nelle Alpi, Santa Giustina, Alpago e Longarone per un totale di 19 richiedenti asilo» spiega la Prefettura. «Nel ringraziare i sindaci per lo spirito di collaborazione dimostrato, anche in considerazione del ristrettissimo margine di preavviso che la gestione dell’emergenza comporta, è stata esaminata la possibilità che le amministrazioni comunali addivengano alla stipulazione di accordi ai sensi dell’art. 15 della legge  n. 241 del 1990 che permetterebbero il ristoro integrale delle spese dell’accoglienza ponendole a carico dello Stato. Al riguardo, nei prossimi giorni sarà convocato un tavolo tecnico per la definizione dei contenuti dell’accordo che andrà a disciplinare i termini di erogazione dei servizi di accoglienza». 

Dal tavolo prefettizio è emersa la disponibilità dei sindaci a individuare strutture di accoglienza, con la richiesta che sia il Terzo settore a gestirle. Inoltre, i sindaci hanno chiesto di allargare il tema. Nei prossimi giorni la Prefettura convocherà una riunione estesa a tutti i Comuni al fine di acquisire una mappatura aggiornata di possibili nuovi siti di accoglienza da utilizzare in futuro.

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