A due settimane dall’invio del Piano nazionale Ripartenza e Resilienza a Bruxelles da parte del governo Draghi, Uncem presenta il dossier “Non facciamo la somma”, con una prima analisi e una lettura del Piano rispetto a investimenti, missioni e componenti per Enti locali, territori, montagne, aree interne, ambiente, green economy.
«Non facciamo la somma, tra quello che cè nelle diverse componenti e missioni del Piano che riguardino montagna, piccoli Comuni, aree interne, ambiente, territorio, green communities, perché sarebbe inopportuno farlo prima che la Commissione Europea validi e confermi le proposte italiane – evidenzia il presidente Uncem (Unione nazionale Comuni Enti montani) Marco Bussone -. Però, non cè una sola voce per la “montagna”».
Uncem ha sempre evidenziato come le sperequazioni da colmare con il Next Generation Eu, in Italia siano quattro e non tre. «Alla “questione meridionale”, alla “questione generazionale”, alla “questione femminile”, che indubbiamente condividiamo, si unisce una “questione territoriale”. E cioè, al sud, come al centro e al nord, come nelle isole, occorre definire percorsi, riforme e investimenti, strategie per colmare i divari tra aree urbane e montane, tra centri e periferie, tra città e paesi – prosegue Bussone -. Divari che aumentano e che creano ulteriori disuguaglianze, oltre a spopolamento, fragilità, desertificazione economica e sociale. La transizione ecologica e digitale permettono di invertire questi processi, nella logica dellecologia integrata. E il “patto” necessario tra città e montagne è fondamentale. Le aree montane in Italia sono vive, sono vissute, sono comunità che hanno necessità di specifici provvedimenti. Il Pnrr ci dà la spinta per affrontare la “questione territoriale”».
in foto Zoppè di Cadore, il Comune più piccolo del Bellunese, a 1.461 metri sul livello del mare