Non è solo questione di spopolamento. E neppure di servizi che mancano. Manca prima di tutto la consapevolezza di cosa vuol dire montagna, di cosa significa viverci 365 giorni l’anno e lavorarci. In un Paese governato e trainato dalla pianura e dalle aree metropolitane, la non conoscenza delle terre alte rischia di essere fatale. E i provvedimenti (peraltro mai, o quasi, adottati) a favore delle aree montane passano per privilegi dati a pochi.
A rendere la misura della scarsa consapevolezza di cosa significhi la montagna sono i dati dell’ultima indagine Ipsos commissionata da Uncem (l’unione nazionale dei Comuni ed enti montani).
QUESTIONARIO
Solo un italiano su tre sa che i Comuni montani sono quasi la metà dei Comuni italiani. E solo il 37% sa che i boschi sono poco meno della metà della superficie del Paese. Un terzo degli italiani sa che il “fondo nazionale montagna”, i finanziamenti dallo Stato ai territori, ammonta a 100 milioni di euro. E più della metà, il 52%, è conscio che il principale problema delle montagne italiane è lo spopolamento. Sono solo alcuni dati dell’indagine Ipsos sulla percezione della montagna, presentata a fine dicembre. Il questionario è stato sottoposto a un campione di 1.000 casi rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne per genere, fasce d’età, area geografica di residenza, ampiezza del Comune di residenza, livello di scolarità, condizione occupazionale.
MONTAGNA COME VILLAGGIO VACANZA
Cosa ne esce? Che chi dice di conoscere la montagna in realtà la vede solo come la località delle vacanze. Quindi non sa cosa significhi al di fuori della settimana bianca e del weekend di escursioni estive.
Oltre il 70% degli intervistati infatti va in montagna per rilassarsi. Due su tre per i prodotti enogastronomici tipici. Il 92% va in montagna per camminare. Solo il 29% per sciare.
L’indagine dice che gli intervistati sono consapevoli dei vantaggi del vivere in montagna: per il 67% l’aria pulita, per il 65% il contatto con la natura. Ma solo il 9% indica una probabilità elevata di andare a vivere in montagna, di trasferirsi. Il motivo? Qui il grado di consapevolezza risale leggermente: oltre la metà sa che il problema è dato dalla mancanza di trasporto pubblico e dalla scarsità dei servizi di base.
Poi però si crolla di nuovo. Un intervistato su quattro dice che valuterebbe positivamente l’idea di trasferirsi, perché in montagna vi è un minor costo della vita. Tutto è relativo, certo. Un affitto in Valbelluna costa sicuramente meno rispetto a Roma o Milano. Ma le spese di riscaldamento? Gli spostamenti quotidiani?
L’altro motivo che secondo gli intervistati può far propendere per il trasferimento sono gli incentivi economici mirati (motivo fondamentale per il 18% della platea). Purtroppo, non tutta la montagna è Trento e Bolzano…