Monaco – Venezia, la Fiab: «A Castellavazzo situazione pericolosa»

Monaco – Venezia, la Fiab: «A Castellavazzo situazione pericolosa»

«Stiamo perdendo i cicloturismo tedeschi, cha alla Venezia – Monaco preferiscono vie più sicure». Il motivo? Il cantiere sulla Statale 51, a Castellavazzo, che obbliga i turisti in bicicletta a percorrere un tratto della trafficata arteria. 

L’allarme arriva dalla Fiab Belluno, che nei giorni scorsi ha compiuto un sopralluogo lungo la ciclovia Monaco – Venezia, nel tratto portato via dalla violenza di Vaia. E ha riscontrato come alcuni problemi siano rimasti, elencandoli in una Pec inviata alla Provincia, ad Anas e a tutti gli enti interessati. 

«Già nel 2019, con la ripresa della stagione cicloturistica – spiega il presidente di Fiab Belluno, Pierluigi Trevisan – avevamo segnalato la pericolosità del tratto di Castellavazzo. Ma a queste segnalazioni non è seguito nessun intervento per garantire la continuità del percorso ciclabile». Anzi, aggiunge Trevisan, «La situazione è peggiorata con il cantiere per la rettifica delle curve e l’allargamento della statale tra Castellavazzo e la galleria “Termine”. Per quattro anni, dal 2019 al 2023, vi è quindi stata una vera e propria interruzione della ciclovia internazionale Monaco Venezia e la raccomandazione di usare la ferrovia o il pullman nel tratto Perarolo–Longarone; ma attualmente anche la ferrovia non funziona ed è sostituita da un servizio di pullman che non trasportano le bici».

Il nuovo sopralluogo ha messo in luce vecchie e nuove problematiche. «La ciclabile che dal ponte tubo raggiunge via Uberti, appena sotto Castellavazzo, è stata in parte utilizzata come strada di cantiere per i lavori della sovrastante strada statale, per cui è stata completamente ripristinata e, in qualche tratto, anche molto allargata – spiega la Fiab nella lettera – il tratto distrutto dalla piena del Piave del 2018 è stato ripristinato e stabilizzato e gran parte dei parapetti originali sono stati sostituiti con rete metallica sostenuta da tondini metallici, che non rispondono ai parametri di sicurezza e dovranno essere sostituiti con appositi parapetti. Comunque la ciclabile è ora nuovamente percorribile».

Ma la continuità del percorso non è ancora stata ripristinata. Il problema, infatti, ora si è spostato più a sud, dove c’è ancora un cantiere stradale aperto, per cui il traffico diretto a nord, prima di Longarone viene dirottato in zona fiera e percorre via Uberti, ora a senso unico in salita, per rientrare in statale proprio all’altezza di Castellavazzo.

il tratto di Via Uberti a senso unico in salita

«Ed è lì che sbuca la ciclabile in arrivo dal ponte tubo – segnala Trevisan – ma i cicloturisti non possono percorrere via Uberti in discesa, perché si troverebbero contromano: quindi sono costretti a immettersi nella statale, con un’immissione estremamente pericolosa, così come l’intero tratto di strada, molto trafficato fino a Longarone. Questa situazione costituisce, de facto, una interruzione della Monaco-Venezia, con pesanti ricadute negative perché i cicloturisti di lingua tedesca stanno progressivamente abbandonando la Monaco-Venezia per frequentare ciclovie più sicure. Chiediamo quindi alle autorità competenti cosa si intenda fare per risolvere questa situazione, che potrebbe protrarsi a lungo, dato che Longarone sarà interessata anche dai nuovi lavori stradali per la circonvallazione in vista delle Olimpiadi 2026».

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