Mancano operatori socio-sanitari. E mancano anche perché non ci sono case a ospitarli. Come risolvere il problema? I sindaci dell’Alpago hanno un’idea e lanciano un appello al territorio: «Mettete a disposizione le case sfitte».

Come noto, l’Unione Montana Alpago gestisce il Centro Servizi socio assistenziali (in foto), che ha ripreso l’attività in aprile, dopo l’alluvione che l’aveva duramente colpito nel dicembre 2020. C’è però una criticità. Nel territorio bellunese è sempre più difficile reperire la figura di operatore socio-sanitario e quindi anche la cooperativa Itaca di Pordenone, come peraltro tutte le strutture per anziani del territorio, deve “reclutare” personale da altre realtà. 

Ciò comporta che le persone che darebbero la loro disponibilità a lavorare a Puos non sono delle zone limitrofe: si devono quindi trasferire in un’abitazione in Alpago. Per poter completare l’occupazione di tutti i posti letto della struttura di Puos, dando così spazio alle molte richieste sospese, e successivamente anche pensare alla riapertura del Centro diurno, è fondamentale che arrivino altri Oss e la Cooperativa Itaca si sta muovendo in questo senso. Da qui l’appello che lanciano i sindaci a tutti i cittadini del territorio che sono proprietari di abitazioni, al momento non occupate. 

«Si chiede a tutti di valutare la possibilità di metterle a disposizione di queste persone che si trasferiscono in Alpago per lavorare rendendo un servizio così importante e indispensabile per il territorio» dicono i primi cittadini. 

Si ricerca la disponibilità di alloggi con almeno 2 camere destinati a ospitare 3-4 persone. Sarebbero preferibili alloggi distanti circa 15 minuti da Puos d’Alpago e raggiungibili da strade agevoli. Il contratto di affitto verrebbe effettuato direttamente con la Cooperativa che attualmente gestisce il servizio a Puos.

Chi avesse una casa da mettere a disposizione, può contattare la direttrice del Centro Servizi (0437 454441; mail mariaelena.merella@alpago.bl.it).