Marmolada in folk, i balli storici della provincia oltre i 3.000 metri

Marmolada in folk, i balli storici della provincia oltre i 3.000 metri

Una giornata folk – tra canti e balli tipici – per ribadire l’essenza “bellunese” della Marmolada: è stata un successo “Marmolada in Folk”, l’iniziativa che domenica (16 luglio) ha portato tra Serauta e Punta Rocca alcuni tra i gruppi più rappresentativi della provincia di Belluno e delle sue vallate, dal Comelico all’Agordino.

Ad alternarsi, nell’esibizione più alta di sempre a 3.000 metri di quota, sono stati il Grop de Bal Marmolèda, il Gruppo Folk Fodom e i Legar. Decine i figuranti che si sono esibiti con i costumi della tradizione, rievocando gesta e suggestioni del passato.

«Con questo evento abbiamo ribadito il profondo legame tra il massiccio e la comunità bellunese», spiega Patrick Pomarè, direttore di Marmolada Srl, la società delle funivie che ha organizzato l’iniziativa. «La Marmolada non è un’entità separata ma è parte integrante di un territorio che vuole guardare al futuro ricordando con orgoglio il proprio passato. Siamo felici del riscontro avuto e sicuramente è una iniziativa che sarà riproposta».

Ogni gruppo folk ha portato le proprie specificità, raccontando un pezzo di storia dolomitica bellunese.

Il “Grop De Bal Marmolèda” – che festeggia quest’anno i trent’anni di attività – ha visto la presenza di tanti giovani ballerini, che oltre ai balli di coppia, si sono esibiti in vere e proprie rappresentazioni anche dei lavori e dei modi di vivere di un tempo.

Con i suoi venti componenti, il “Gruppo Folk Fodom” – nato nel 1982 a Livinallongo – ha mantenuto nei decenni le tradizioni fodome, con particolare attenzione al recupero dei costumi come il “guant da fodoma”.

Sono arrivati invece dal Comelico, più precisamente da Casamazzagno “I Legar”, termine che nel dialetto del posto significa allegro, gioioso, contento, gaio, festevole, ilare, esultante, vivace: un nome tutt’altro che casuale. Nella loro esibizione immancabile è stata la Polka salterina, meglio conosciuta come la “vécia” che è parte integrante della tradizione comeliana.

Resta inoltre aperta e visitabile – per tutta l’estate – nella sala polifunzionale di Serauta la mostra “Ghiacciai, il futuro dei ghiacci perenni nelle nostre mani”, un viaggio fotografico alla scoperta dei giganti bianchi tra esplorazioni e cambiamento climatico. L’iniziativa vede la collaborazione tra Marmolada srl, la società funiviaria, e il Muse, il Museo delle Scienze di Trento.

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