Luchino Visconti è un regista che ha segnato la storia del cinema italiano. E non solo. Bene, ma cosa c’entra con la provincia di Belluno?
C’entra, perché sua balia è veneta. Sì, avete letto bene: Maria, balia di Mugnai di Feltre, ha allattato il regista quando era ancora in fasce.
Il marito contadino di Maria, per quanto lavorasse, non riusciva a mantenere la moglie e i due figli: l’ultimo appena nato.
Siamo nel 1906, all’epoca le puerpere erano chiamate all’ospedale di Feltre dal medico e venivano scelte quelle più in salute per essere mandate nelle famiglie benestanti di Milano.
Fu così che Maria, dopo aver dato alla luce il secondogenito, partì per la Lombardia, lasciando i bambini alla sorella. Non sapeva ancora dove sarebbe finita.
Arrivata in città, si ritrovò in un grande palazzo lussuoso: quello dei Visconti. Subito fu visitata dal medico di famiglia e poi un bagno: questa era la prassi.
I vestiti da balia pronti su una sedia. Tra i capelli degli spilloni, orecchini di filigrana, un fazzoletto al collo e, in braccio, un bimbo da allattare: già, proprio Luchino. Il quarto figlio di Giuseppe Visconti e Carla Erba.
Famiglia nobile e famosa, la loro. Giuseppe era un imprenditore e gentiluomo di corte della regina Elena di Savoia: entrò pure nel consiglio d’amministrazione del Teatro alla Scala di Milano. E Maria si abituò presto a frequentare personaggi del calibro di Toscanini. Veniva pagata bene: mandava tutto a casa a Mugnai.
Dopo un anno, la nostalgia la riportò dai figli. Maria ne ebbe quattro: alternava il suo essere mamma a quello di balia.
Spesso tornava per brevi periodi a casa dei Visconti, nel ruolo di balia asciutta (ora si chiamerebbe baby sitter): non solo per Luchino, pure per i fratelli del cineasta.
Tanto è vero che, anche una volta diventato famoso, il regista del “Gattopardo” mantenne con Maria una fitta corrispondenza.
Alla prossima curiosità!