Oltre 130 milioni di euro. È la stima, non ancora completa, che riguarda i danni causati nel Bellunese dall’ondata di maltempo dei primi giorni di dicembre. L’episodio meteorologico a cavallo dell’Immacolata ha chiuso un anno particolarmente impegnativo sul fronte dei dissesti idrogeologici. Lo conferma l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin nel punto della situazione di fine anno. Ammontano a 189 milioni, per tutto il Veneto, censiti ed inseriti nel report con il quale la Regione ha chiesto lo stato di emergenza. Di questi, 96 milioni interessano direttamente il Bellunese. La decisione del governo si avrà, probabilmente, nel primo consiglio dei ministri utile. «Su questo fronte sono un po’ preoccupato», ammette Bottacin, «spero che arrivino tutti i soldi e non solo il primo step di 10-15 milioni. Ma l’emendamento alla manovra di bilancio votato alla Camera, che prevede 100 milioni di euro per tutti gli stati di crisi degli ultimi due anni, non mi lascia tranquillo. Basti pensare che per Vaia il governo conte 1 stanziò subito 750 milioni di euro, e poi altri 250, solo per il Veneto».
Già, Vaia. La lunga coda della “tempesta del secolo” di due anni fa ha impegnato ancora gran parte di uomini e mezzi della macchina commissariale. Nel 2020 sono stati avviati 83 interventi di mitigazione e ripristino a fronte di rischio idrogeologico su 210 in tutto il Veneto. «Una mole di lavoro che vale 51 milioni di euro – prosegue Bottacin – su 124 complessivi nella regione. A queste cifre vanno sommati ulteriori 5 milioni di euro per i primi interventi di urgenza a seguito del maltempo di fine dicembre. Inoltre, si devono considerare i lavori svolti tramite enti strumentali e società partecipate per un totale di 48 milioni che riguardano 63 interventi».
Ci sono poi le nuove emergenze. Su 12 stati di crisi dichiarati in Regione quest’anno, 8 fanno riferimento alla provincia di Belluno. Ma l’elenco degli interventi è ancora più articolato. E c’è l’attività ordinaria, per esempio, che per il Bellunese consta di 170 interventi in opere idrauliche e forestali e di gestione del patrimonio boschivo. Un investimento di 8 milioni di euro. Altri 2 milioni sono stati poi impiegati nella riduzione del rischio idrogeologico.
SORPRESA ONLINE
La videoconferenza ha vissuto anche un imprevisto. All’incontro online non erano infatti presenti solo i giornalisti delle testate locali. Ma anche un giovane hacker, intrufolatosi nella chat grazie al link inviato urbi et orbi via comunicato stampa e all’utilizzo di un nome (femminile) evidemente falso.
Rimasto in silenzio per circa metà della conferenza, ad un certo punto il ragazzo ha acceso il microfono, scagliandosi verbalmente contro la Protezione civile, il Veneto, i veneti e pure l’Onnipotente. Non contento, ha anche cercato di proiettare alcuni frammenti di un video pornografico, al posto delle slide che illustravano gli interventi. Inutile ogni tentativo di espellerlo dalla videocall: l’hacker rientrava ogni volta.
Avvertita la polizia postale, per portare a termine l’incontro online è stato necessario chiudere tutto e invitare (questa volta in forma privata) i giornalisti con un nuovo link di accesso.