Madre e figlia dietro al bancone: le titolari salutano l’Enoteca Al Portego 

Madre e figlia dietro al bancone: le titolari salutano l’Enoteca Al Portego 

Cosa può insegnare il banco di un bar? Moltissimo per chi vuol imparare. A confermarlo è Gloria Pianon, a conclusione della gestione del bar Enoteca al Portego di Tambre condotta per nove anni con la mamma Teresa Saviane: «Ero una ‘pischella’ timida quando ho cominciato e adesso, grazie a tutti voi, sono ancora una “pischella”, ma più coraggiosa. Sarò eternamente grata al Pòrtego per avermi fatto conoscere tantissimi amici e tante belle persone che spero di portare per sempre con me». Anche a nome della madre Teresa, aggiunge: «Per me il Portego non è stato solo un bar, ma un viaggio continuo, ricco di esperienze ed emozioni. Non è stato un lavoro ma quasi una missione per rendere sempre felice e soddisfatta ogni singola persona».

È evidente non solo per i gestori, ma anche per chi frequenta poco o tanto gli ambienti pubblici: il banco lo si ama o lo si odia. Non ci sono vie di mezzo. Il banco è uno specchio. C’è il gestore con la sua vita, la sua personalità, la sua capacità di guardare dritto negli occhi chi gli sta davanti con fermezza e gentilezza e l’effetto è quasi immediato: se non si crea empatia difficilmente si torna volentieri e lavorarci diventa una tortura. E Gloria, nove anni fa giovane conduttrice alla prima vera esperienza lavorativa, quello sguardo oltre il confine ha imparato a sostenerlo molto bene, guadagnando via via la simpatia della gente.

Poi c’è Teresa, regina della piccola cucina annessa da cui, grazie a una buona esperienza acquisita al ristorante Trieste con il marito Fabio (presente anche lui dietro alle quinte), sapeva far uscire bocconcini, toast e panini in grado di provocare l’acquolina anche in assenza di fame. 

«Con i miei errori – conclude Gloria – spero comunque di aver lasciato qualcosa di buono in chi mi ha conosciuto». Resta in tutti una certa malinconia nella consapevolezza che la vita spesso necessita di cambiamenti radicali e coraggio. Resta un paese temporaneamente privo di uno degli ambienti più conosciuti e più frequentati della zona fin dall’apertura nel 1982. Ma resta anche la speranza e la curiosità di conoscere i protagonisti della prossima gestione che se tutto procederà come dovrebbe, riaprirà le porte tra qualche mese.     

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