Lupo, un centinaio gli esemplari in provincia: «No allarme, ma comportamenti corretti»

Lupo, un centinaio gli esemplari in provincia: «No allarme, ma comportamenti corretti»

Non allarme, ma attenzione. La presenza del lupo in provincia di Belluno è normale e la popolazione non è in sovrannumero. Sono circa un centinaio i grandi predatori presenti nel nostro territorio, suddivisi in una quindicina di branchi. Ma non c’è un reale pericolo, perché il lupo non attacca l’uomo, preferendo prede più semplici.

I dati sono stati comunicati questa mattina dal prefetto Mariano Savastano, al termine del comitato ordine e sicurezza, convocato proprio per fare il punto della situazione per quanto riguarda il predatore e per l’occasione allargato a Provincia, Carabinieri forestali, Regione Veneto e Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi. L’incontro è stato voluto dal prefetto in seguito alle segnalazioni e alle richieste di intervento pervenute da alcuni sindaci della Provincia: Arsié, Fonzaso, Feltre, Perarolo di Cadore, Seren del Grappa, Belluno, Auronzo, Lamon, Lorenzago e Lamon.

Attenzione, quindi. E promozione di iniziative di comunicazione per diffondere i comportamenti corretti. «Serve un approccio scientifico alla questione, non emotivo – spiega il prefetto – perché non c’è una situazione di reale pericolo per l’uomo». Da 150 anni non si registrano attacchi del predatore verso esseri umani e nella scala di rischio internazionale, che va dal grado 1 a 7 il Bellunese si piazza a metà, con un grado di rischio pari a 4.

La Regione Veneto, assieme all’università di Sassari, ha messo in piedi un progetto di monitoraggio proattivo dell’animale, che si sviluppa secondo diversi step e solamente verso singoli individui particolarmente molesti o troppo confidenti. Il primo passo è la radiocollazione degli esemplari individuati. Radiocollari che monitorano i movimenti dell’animale e che sono in grado anche di emettere segnali acustici nel caso il lupo si avvicini troppo a case o allevamenti.

Solo se questo comportamento dovesse protrarsi per più giorni si passerebbe alla fase due, quella che prevede l’utilizzo di pallini di gomma. Funzionano, ma le modalità di utilizzo sono complesse. In assenza di un protocollo di gestione del lupo a livello nazionale (fermo da anni in conferenza Stato – Regioni) è necessario richiedere ad Ispra l’autorizzazione all’uso contro ogni singolo esemplare individuato come problematico.

Ma dalla richiesta all’ok possono passare settimane, e nel frattempo l’esemplare potrebbe essersi spostato anche di decine di chilometri, e potrebbero essere sopraggiunti nuovi esemplari da dissuadere. Ecco perché, fa sapere la Provincia di Belluno, è stata richiesta ad Ispra la realizzazione di un protocollo per situazioni standard, che individui con precisione quali siano i comportamenti da ritenere problematici, in modo da poter poi intervenire senza dover richiedere le autorizzazioni singole.

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto