Nel cortile di un piccolo villaggio c’era un po’ di agitazione.
«Comare Comare!».
«Cosa c’è?», chiese Sally la gallina
«Ma come? Non avverti un intenso profumo di cioccolato?».
«Certo, è proprio cioccolato».
«Correte, correte – urlò Tito il coniglio – scende giù dalla collina un fiume di cioccolato».
Tutti gli animali, sbalorditi, si chiesero cosa ne avrebbero fatto di tutto quel cioccolato.
Il tacchino Giò ebbe una grandiosa idea: «Portiamolo alla fabbrica di dolciumi e, poiché si avvicina la Pasqua, lo trasformeremo in buonissime uova».
Gli animali si misero al lavoro per raccogliere quanto più cioccolato fosse possibile e lo portarono alla fabbrica. Vennero confezionate così tante uova, che ogni bambino fu accontentato.
Da allora, si regalano ai più piccini e anche ai grandi golosi.
CURIOSITÀ
L’uovo, da tempi immemori, è carico di significati simbolici: la vita prima di tutto. Un bene inestimabile.
La tradizione di donare l’uovo iniziò ancora all’epoca dei Persiani. In particolare l’uovo di gallina, per dare il benvenuto alla primavera con riti di fecondità.
Seguirono poi Greci, Egizi e Cinesi.
L’usanza dello scambio di uova decorate iniziò invece nel Medioevo: destinatari di questo dono erano i membri della servitù.
In epoca cristiana, invece, si racconta che Maria Maddalena, recandosi al sepolcro di Gesù insieme ad altre donne, avendolo trovato vuoto corse dai discepoli.
Maddalena annunciò la straordinaria notizia e Pietro, incredulo, disse: «Crederò a quello che mi dici, solo se le uova contenute in quel cestello diventeranno rosse».
Improvvisamente le uova si colorarono di un bel rosso porpora.
L’origine dell’uovo di cioccolato è incerta, ma sembra che il primo a farlo realizzare fu Luigi XIV.
Altri poi lo collocano in America, dove la coltivazione del cacao è diffusa.