Riceviamo e pubblichiamo la lettera del professor Massimo Ferigutti
L’università è in crisi, una crisi profonda, anzi profondissima. In effetti l’università è una istituzione vecchia, decrepita, moribonda se non già morta. Viviamo in un’era dove l’idea di un percorso di studi lungo anni, quasi sempre teorico e poco pratico sia ormai obsoleta e impresentabile in un mondo dove il sapere è democratizzato e le conoscenze pratiche contano infinitamente più di quelle teoriche. Abbiamo la fortuna di lavorare con ragazzi che la nostra società definisce tutt’altro che complicati, eppure, nei loro percorsi standard, nel trasmettere nozioni più che ispirazioni, nell’attribuire valori epocali a test e valutazioni prefabbricate, stiamo mortificando il loro valore. Bisognerebbe prendere ad esempio altri modelli formativi e tentare di imitarli. Mio figlio che frequenta l’Apple Academy vive un’esperienza internazionale dove le lezioni sono in inglese e tutte basate sul Challenge Based Learning (CBL), un approccio multidisciplinare all’insegnamento e all’apprendimento. CBL è un metodo collaborativo e pratico, che richiede agli studenti di lavorare con altri studenti, i loro docenti e gli esperti in giro per il mondo per sviluppare una più approfondita conoscenza delle materie che studiano, accettare e risolvere sfide, intraprendere azioni, condividere la loro esperienza ed entrare in una discussione globale attorno a problematiche importanti. In fondo sarebbe così semplice risolvere il problema… basterebbe tornare alla Costituzione repubblicana: «L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento».