Luca Mercalli e la montagna che cambia: «Il futuro è in quota»

Luca Mercalli e la montagna che cambia: «Il futuro è in quota»

«Tenete duro perché tutto sta cambiando rapidamente». Il suggerimento è di Luca Mercalli, i destinatari sono i giovani bellunesi che vivono in montagna e vogliono restarci. Il noto meteorologo e divulgatore scientifico, lunedì 26 luglio alle 17, sarà a San Gregorio nelle Alpi, ospite della Consulta Giovani e della Pro Loco, per presentare il suo ultimo libro “Salire in montagna. Prendere quota per sfuggire al riscaldamento globale”, edito da Einaudi. Ispirato dagli scrittori Mario Rigoni Stern e Peter Mayle, come scrive nel proemio, Mercalli racconta la storia della sua scelta di vivere in quota. “Salire in montagna” è la narrazione del salvataggio di un’antica abitazione nel borgo di Vazon, in Alta Val di Susa, a 1650 metri d’altitudine nelle Alpi Cozie. Un caseggiato del 1732, data impressa su una pietra, ristrutturato e trasformata in casa a inquinamento zero, dove trascorrere alcuni mesi all’anno lontani dal caldo soffocante della pianura. Una storia in cui cambiamenti climatici e ambiente alpino costituiscono lo sfondo del racconto.

Cosa suggerisce ai giovani bellunesi che abitano in montagna e nonostante la carenza di servizi e gli ostacoli nei collegamenti con le valli, desiderano rimanere?

«Le difficoltà sembrano ancora tante, ma la pandemia ha evidenziato la fragilità della città, il telelavoro ci ha fatto capire che non siamo più ancorati a una scrivania in ufficio, basta un buon collegamento internet per lavorare. L’idea di una montagna marginale è superata. Nei prossimi anni le città saranno sempre più calde d’estate e vedremo cambiare molte cose. La mia visione è quella di una montagna dove si possa dimorare, lavorare e portare le famiglie. Numeri piccoli, per riabitare le case abbandonate, senza utilizzare altro territorio. Una buona connessione internet si può ottenere con strutture leggere che si preparano rapidamente, certo serve la volontà politica e le comunità locali hanno un importante ruolo di interlocutori».

Quanto è complicato recuperare un’antica abitazione in un borgo di alta montagna e renderla autonoma dal punto di vista energetico?

«Richiede tempo e impegno per la progettazione, la realizzazione e per sconfiggere la burocrazia. Ci sono molti vincoli, ma se un’amministrazione ci crede cercherà di agevolare il recupero di case che conservano la storia della comunità».

A proposito di clima anomalo: Vaia è stato un evento eccezionale, nel significato di eccezione che si verifica una volta sola, oppure dobbiamo abituarci alla possibilità di affrontare altre tempeste e venti capaci di provocare catastrofi?

«Eventi estremi ci saranno in montagna come in pianura e sulla costa. Non solo tempeste, anche siccità e caldo. A Venezia e Rovigo andrà peggio a causa dell’innalzamento dei mari, almeno in montagna non soffriremo il caldo. I monti diventeranno un rifugio».

Lei ha intitolato il libro “Salire in montagna”, come il detto dei partigiani che cercarono rifugio sui monti.

«La mia casa è a due passi dai rifugi delle prime bande partigiane, ho preso spunto dall’idea di salire in montagna per sfuggire a un pericolo, ma allo stesso tempo per progettare il futuro. I partigiani scapparono dal nemico e si organizzarono per combattere. Noi ci organizziamo per informare sui temi dei cambiamenti climatici e promuovere una visione di abitare sostenibile».

Da Torino 2006 a Cortina 2026, abbiamo imparato la lezione?

«Le Olimpiadi in Piemonte hanno lasciato macerie: la pista da bob e il trampolino abbandonati, un’enormità di soldi sprecati. Sono progetti voluti per rincorrere l’evento a danno del territorio e dei cittadini».

Luca Mercalli sarà in piazza del Municipio a San Gregorio nelle Alpi; per ascoltare la narrazione della sua vicenda è necessario prenotare, per informazioni contattare giovani.sangregorio@gmail.com, oppure Facebook e Instagram @giovani.sangregorio.

Foto Ansa

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