L’impatto del Covid sulla montagna, Belluno guida le richieste delle Province d’Italia

L’impatto del Covid sulla montagna, Belluno guida le richieste delle Province d’Italia

«L’impatto della pandemia da Covid19 sulla montagna ha prodotto effetti devastanti per le economie locali, andando ad aggravare una situazione di crisi che purtroppo già pesava sulle comunità e sui sistemi imprenditoriali locali. Occorrono interventi di massima urgenza per sostenere le imprese nella fase critica, evitando chiusure e impoverimento del tessuto produttivo: chiediamo a Governo e Parlamento di istituire un fondo con risorse adeguate rispetto al fabbisogno effettivo rilevato, dedicato alle misure a sostegno delle attività produttive del turismo montano».

Lo ha detto il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, intervenendo in rappresentanza dell’Unione delle Province d’Italia alla Commissione turismo della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle proposte per la ripresa economica delle attività turistico-ricettive. Di fatto, Belluno guida le richieste delle Province nell’affrontare l’immediato e il futuro delle “terre alte”, sia quelle dell’arco alpino sia quelle appenniniche, all’alba del debutto in discussione parlamentare della legge quadro sulla montagna.

«Occorre agire su più fronti – ha detto Padrin -. Dobbiamo garantire sostegno alle imprese, altrimenti rischiamo che non riescano a resistere alla crisi, il che significherebbe perdere presidi sociali oltre che economici. Ma dobbiamo anche offrire agli operatori turistici strumenti che consentano di assicurare la piena assistenza dal punto di vista sanitario. Proponiamo la definizione di protocolli e convenzioni tra Province, Ulss e consorzi degli impiantisti per realizzare specifici modelli di sorveglianza sanitaria e assistenza dedicato ai frequentatori delle piste da sci. Questo consentirà non solo di monitorare con tempestività la condizione sanitaria, ma sarà promosso come servizio agli utenti per consentire la ripartenza dello sci, in massima sicurezza, aumentando la qualità del livello dell’offerta ai turisti, in particolare a quelli stranieri. È poi urgente un coordinamento a livello comunitario per “normalizzare” la durata dei green pass, che oggi vede notevoli differenze tra diversi Paesi europei, con la conseguenza che il turismo montano italiano sta registrando le disdette degli ospiti stranieri».

Oltre all’immediato e alla situazione del turismo, Belluno ha messo sul piatto anche le questioni a lungo raggio. «Oltre all’emergenza – ha concluso Padrin –, occorre accelerare sugli interventi strutturali, a partire dalla legge sulla montagna per garantire strumenti in grado di promuovere una crescita stabile e duratura e contrastare lo spopolamento delle aree montane, fenomeno che ha assunto dimensioni tali da rappresentare ormai una vera emergenza. Ricordo che quando un paese si spopola, le ricadute negative – fatte di abbandono, assenza di manutenzioni del territorio e perdita di presidi in quota – si ripercuotono anche a valle».

La nuova legge quadro sulla montagna dovrebbe essere pronta per febbraio, con uno stanziamento di 100 milioni di euro già nella manovra finanziaria 2022.

«Si tratta di fondi importanti, che poi dovrebbero aumentare negli anni ed è sicuramente un segnale di rilievo per la rinnovata attenzione del Governo e del Parlamento verso la montagna – ha concluso Padrin -. Oltre alle risorse dedicate, però, è necessario che le aree montane, oggi a fallimento di mercato e quindi non appetibili per le piattaforme di erogazione di servizi, possano avere gli strumenti non solo finanziari, ma anche narrativi per promuoversi in maniera diversa. E questa nuova narrativa della montagna, a cui le Province possono e vogliono collaborare, passa inevitabilmente dalle politiche di sviluppo che lo Stato può assicurare». 

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