Pochi passeggeri all’esordio. Prezzi tutt’altro che popolari. E lunedì (18 dicembre), la prima soppressione. Il treno Roma-Calalzo non viaggia con una buona stella. Anzi.
La dimostrazione? Lunedì sera il convoglio notturno avviato tra proclami di grande sviluppo turistico non è partito da Roma Termini. Ergo, non c’è neanche il treno di ritorno da Calalzo a Roma di ieri (martedì 19). Per le corse in programma nei prossimi giorni i posti risultano non acquistabili. Bisogna attendere il fine settimana per poter avere nuovamente cuccette prenotabili. La domanda è una sola: che succede?
Intanto viene da chiedersi anche quali sono i costi, non tanto quelli per i passeggeri, che possono arrivare fino a oltre 600 euro per una cuccetta a uso esclusivo. Piuttosto, i costi per far viaggiare un treno che non sembra rispettare i crismi del servizio pubblico, ma che piuttosto vorrebbe soddisfare il desiderio di turismo di alta classe.
Se poi i passeggeri sono pochi, forse sarebbe il caso di fare qualche riflessione anche sull’ipotesi “treno delle Dolomiti”: una ferrovia che costerebbe oltre 1 miliardo e mezzo per essere realizzata e chissà quanto per far correre sui binari diverse corse al giorno.